E’ giunto ieri il decreto di citazione in giudizio (l’ennesimo) per i 3 manifestanti a cui furono “sequestrate” le carriole il 29 marzo 2010 (ricordiamo tutti il verbale di “carriola in pessimo stato di conservazione”). Un nuovo processo, collegato a quello (già iniziato), sempre contro le carriole, sempre per il 29 marzo.
L’accusa iniziale che mosse quel ridicolo sequestro, di “violazione del silenzio elettorale”, formulata dall’allora prefetto Gabrielli, ovviamente si è rivelata una bufala infondata. L’accusa della Procura è invece quella di manifestazione non autorizzata. Come se tutte le altre “domeniche delle carriole” invece fossero state autorizzate. Ricordiamo bene quante volte abbiamo dovuto forzare il blocco della polizia, voluto dal Sindaco Cialente e da Gabrielli, che hanno cercato così di impedirci di rimuovere le macerie.
La cosa grave è che mentre la Procura chiede il processo contro le carriole (ovvero contro quelli che hanno cercato di liberare il centro dalla macerie), il centro è ancora chiuso, devastato, derubato, abbandonato a se stesso, manca un progetto di ricostruzione, si bandisce solo ora un concorso per assumere chi dovrà lavorare (quando?) alla ricostruzione (quale?).
Con questa accusa (l’ultima di una lunga serie), ci sembra quasi che si voglia processare la speranza di quelli che volevano solo esercitare il diritto di partecipare alla ricostruzione del proprio territorio, della propria vita, del proprio futuro. Questo non fermerà la nostra battaglia per una ricostruzione giusta, ci mette solo tanta tristezza…. ci chiediamo come sia possibile che, tra le infiltrazioni delle cricche negli appalti per la ricostruzione, i cantieri dove molto spesso la sicurezza sul lavoro è un optional, lo spreco e la assoluta mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, la giustizia italiana non abbia di meglio da fare che portare avanti processi contro le carriole, CaseMatte, le manifestazioni a L’Aquila e a Roma. In ogni caso, questa accusa non ci spaventa, possiamo dimostrare che nessun reato è stato commesso e che le carriole meritano solo un ringraziamento e non una condanna penale. |
Ci vediamo tutti l’1 luglio 2013 (la data fissata per la prima udienza), fuori al tribunale di Bazzano.
(Comitato 3e32)