di Alessandra Cococcetta, da L’Editoriale – Con la fine del commissariamento a metà settembre, il vice prefetto ha comunicato a tutti gli uffici pubblici che da quel momento ogni comunicazione sulla ricostruzione, avrebbe dovuto essere inviata ai due uffici speciali, uno per L’Aquila e l’altro per il resto del cratere, che sostituiranno le funzioni di Chiodi.
Gli uffici ancora non ci sono per questo ha tutto in mano Mancurti, uomo chiave del ministro Barca, che ha chiesto al Comune dell’Aquila di quanto abbia bisogno in termini finanziari fino a fine anno, cioè fino a quando non terminerà la sua gestione stralcio, in attesa del nuovo ufficio dove lavoreranno i vincitori del concorsone.
Il Comune ha stimato un fabbisogno di quasi 48milioni di euro, calcoli ponderati a metà ottobre ma che oggi a distanza di un mese, potrebbero essere cambiati. Nella cifra sono comprese anche le somme che l’amministrazione attendeva, perché rendicontate al commissario Chiodi, per 2milioni e 200mila euro; altri 14 milioni di euro circa, mai trasferiti nonostante le determine, tra cui 11milioni spettanti alle imprese che hanno già fatto i lavori ai privati, ed un milione ed 800mila euro su cui il Comune contava, per pagare il contributo per le abitazioni sostitutive. Il prospetto è ufficiale, Mancurti dovrà adesso fare i conti e garantire le spettanze a chi resta appeso ad un filo e rischia pure, come parecchie ditte, di chiudere i battenti. (continua a leggere su L’Editoriale) |