“A seguito dei numerosi solleciti avanzati ed ignorati, noi, lavoratori alle dipendenze della S.V., in qualità di Commissario delegato per la Ricostruzione – Presidente della Regione Abruzzo, chiediamo che il problema dei precari della ricostruzione venga adeguatamente rappresentato presso il Governo.
La dichiarazione della fine dello stato di emergenza e la cessazione dall’incarico di Commissario non possono far venire meno il Suo interesse sulle sorti dei lavoratori che hanno prestato il proprio servizio durante la fase dell’emergenza e l’avvio della ricostruzione. Data l’indubbia importanza che la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma riveste per l’intero Abruzzo, non può non essere interesse dell’amministrazione regionale tutelare anche quei lavoratori impiegati all’interno delle strutture commissariali, i quali hanno svolto funzioni specifiche sia a tutela dell’interesse generale per la ricostruzione, che a supporto degli enti locali (sopralluoghi di agibilità, piani di ricostruzione, normativa, contabilità, programmazione finanziaria e attuazione degli interventi pubblici, etc.).
Ricordiamo che il personale, altamente qualificato e dotato di quegli stessi profili professionali richiesti nelle intese sottoscritte tra il governo e gli enti locali, è stato selezionato tramite un primo bando pubblico del 2009, successivamente incrementato nel 2010 con un secondo bando pubblico; questo stesso personale è stato convogliato, da aprile di quest’anno, in un unico ufficio, denominato Ufficio Coordinamento Ricostruzione (U.C.R.), voluto dal Governo come struttura stabile destinata ad affrontare, nel lungo periodo, i complessi problemi della ricostruzione. Finora il dibattito sul concorso pubblico, tramite il quale dovrà essere selezionato il nuovo personale che dovrà proseguire il lavoro da noi iniziato, è stato affrontato direttamente e nelle opportune sedi istituzionali soltanto dal Comune di L’Aquila. |
Riteniamo doveroso, da parte della S.V., che ha avuto in questi anni modo di venire a contatto quotidianamente con il nostro lavoro, affrontare pubblicamente la questione, evidenziando l’importanza che la professionalità acquisita ed espressa dal personale dell’U.C.R. trovi continuità nella gestione futura della ricostruzione.
Confidiamo in un impegno concreto da parte della politica regionale, teso a tutelare la nostra esperienza, nonché il contributo da noi fornito, fino ad oggi, al processo di ricostruzione”.