PESCARA: NO A STADIO GRATIS AI POLITICI, LORO PROTESTANO, ARRIVANO I CARABINIERI

La decisione della società ha irritato diversi consiglieri comunali. Che si appellano a un articolo del regolamento per entrare allo stadio: “Abbiamo il diritto di vigilare sul corretto utilizzo dell’impianto”. Indignati i disabili, a cui hanno ridotto da 100 a 25 i posti riservati.

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Abbonamenti gratuiti allo stadio, addio!

Per vedere le partite del Pescara, neopromosso in serie A, assessori e consiglieri comunali dovranno pagare. E qualcuno attacca: “Allora paghino il suolo pubblico”.

AGGIORNAMENTO 23 agosto: Caccia ai 150 nomi e cognomi di politici e dirigenti che avrebbero dovuto ricevere l’abbonamento del Pescara prima del no della società. Questa mattina il consigliere Fausto Di Nisio, con una richiesta di accesso agli atti, ha chiesto di conoscere i nomi e di avere l’elenco completo. Ma il Comune ha risposto di no e negato l’elenco. Per questo, è scattata la richiesta di intervento ai carabinieri. I carabinieri sono arrivati in municipio, in divisa.

La società Delfino Pescara ha fatto sapere ai politici della città che quest’anno non potrà concedere i 150 ingressi gratuiti garantiti fino allo scorso campionato. Allo stadio Adriatico-Cornacchia potranno entrare, senza mettere mano al portafoglio, solo il sindaco, Luigi Albore Mascia, e l’assessore allo sport, Nicola Ricotta. Gli altri dovranno pagare. Ma diversi politici pescaresi non ci stanno e si appellano all’articolo 26 del regolamento comunale che garantisce il libero ingresso, anche durante le manifestazioni sportive, a sindaco, difensore civico, assessori e consiglieri comunali per vigilare sul corretto utilizzo dell’impianto.

E a chi pensa che quest’articolo sia un favore alla casta, il presidente della commissione Finanze, Renato Ranieri (Pdl), replica: “Allora lo si abolisca. Ma se c’è, è giusto rispettarlo”. E azzarda altre azioni contro la società, come il pagamento del suolo pubblico per la chiusura al traffico delle strade intorno allo stadio, in vista della prima di campionato contro l’Inter. “Decidere chi può transitare all’interno – continua Ranieri – è compito della Questura o del Comune. Se invece la società vuole gestirlo direttamente deve pagare il Canone per l’occupazione permanente di spazi e aree pubbliche. È inaudito che i residenti di quelle zone, se non autorizzati dal club sportivo non possano rientrare a casa”.

Con Ranieri, anche il consigliere Idv Fausto Di Nisio ha attaccato il Pescara: “La società l’anno scorso aveva 100 mila euro di contenzioso con l’Amministrazione Comunale che ha sanato solo a fine stagione, dopo avere ottenuto la promozione. Oggi che non ha più bisogno del Comune si comporta cosi”.

La presa di posizione dei politici ha scatenato l’indignazione dei disabili. L’associazione “Carrozzine determinate” ha subito puntato il dito contro la “casta”, sottolinenado come i posti a loro riservati siano scesi da 100 a 25. Motivo per cui avevano protestato nelle scorse settimane incatenandosi ai cancelli dell’impianto.


Il fattore stadio ha peraltro già creato un’altra grana in città. Gli abitanti delle aree intorno allo stadio sono rimasti isolati durante la gara di Coppa Italia di domenica scorsa con il Carpi, e la situazione rischia di peggiorare durante il match Pescara-Inter. “È di inaudita gravità – ha dichiarato il portavoce dei cittadini della zona stadio Antonio Taraborrelli – che una parte della città sia blindata per una partita di calcio, con i residenti prigionieri in casa loro”.

da Repubblica.it