(Comunicato del Comitato 3e32) Abbiamo inviato ai collaboratori del Ministro per la Coesione Territoriale una proposta di emendamento da inserire nella cosiddetta “Legge Barca”.
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in merito a “Misure urgenti per la chiusura della gestione dell’emergenza determinatasi nella Regione Abruzzo a seguito del sisma del 6 aprile 2009, nonché per la ricostruzione, lo sviluppo e il rilancio dei territori interessati”
premesso che
Un’analisi sulla ricostruzione post-terremoto non può non imporre una riflessione sull’aspetto socio – economico del territorio aquilano e in particolare sui risvolti negativi che potrebbero determinarsi dalla cattiva gestione delle risorse economiche impegnate.
Invero è bene riflettere come l’iter di ricostruzione sia a conti fatti ad appannaggio solo di determinate categorie professionali e nella fattispecie, ingegneri, architetti e costruttori, con l’esclusione di tante professionalità e maestranze locali, soprattutto “giovani aquilani” che potrebbero benissimo trovare nella ricostruzione un’opportunità per contribuire attivamente alla tanto agognata crescita socio-economica di cui questo territorio (ed il Paese) ha estremamente bisogno.
Tutt’altro che remota è la possibilità che in ultimo questo flusso di finanziamenti possa determinare forti disuguaglianze sociali ancor più accentuate e profonde rispetto alla realtà pre-sisma, occorrono quindi interventi ed azioni che ri-considerino parte dei fondi stanziati.
Pertanto al fine di arginare l’esclusione sociale e i nuovi fenomeni di povertà sarà utile prendere in considerazione l’opportunità che una percentuale dei compensi previsti per i progettisti e per le imprese edili possa essere stornata a favore di politiche di sostegno all’occupazione, aiutando i tanti aquilani disoccupati e precari ad inserirsi nel mercato del lavoro, nei settori: culturale, sociale, turistico, alimentare, ambientale e dell’eco-sostenibilità.
Come rilevato dalla stessa Banca d’Italia (cfr. L’Economia dell’Abruzzo 2012) assistiamo in Abruzzo ad un indebolimento costante della dinamica del reddito e dei consumi, ad un peggioramento delle condizioni di accesso dei giovani al mercato del lavoro, ad una riduzione per le famiglie del tasso di crescita della propria ricchezza, tutti fattori che stanno determinando e determineranno nuove forme di povertà e che nel “Territorio Aquilano” si accentueranno con l’esaurimento dei fondi per l’assistenza alla popolazione, che insieme alle altre misure di sostegno, quali la sospensione delle imposte e le varie provvidenze per i lavoratori, hanno costituito nella fase emergenziale un ammortizzatore sociale e un paracadute per tante famiglie aquilane.
L’uscita dalla crisi reale è ancora lontana, i suoi effetti continueranno ancora a lungo e ci porteranno ad avere un Paese depauperato del proprio patrimonio industriale, delle risorse da investire, e da un peggioramento delle condizioni lavorative.
Essendo quella aquilana un’economia prevalentemente fondata sui servizi pubblici, il processo di deterritorializzazione richiamato dal Prof. Calafati, che il Governo ha già messo in atto per venire incontro alle esigenze di riduzione della spesa pubblica, inciderà ulteriormente sull’economia del nostro territorio e in particolare sul ricambio generazionale che le strutture pubbliche hanno tendenzialmente sempre garantito.
Di tal che nel territorio Aquilano, più che altrove, le premesse sono tali per cui potremmo assistere ad un aumento nel corso degli anni della disuguaglianza della distribuzione del reddito.
Infatti coloro che parteciperanno attivamente alla ricostruzione fisica della città vedranno sostanzialmente il proprio tenore di vita aumentato o quanto meno mantenuto, mentre coloro che ne rimarranno fuori e decideranno di non emigrare si vedranno costretti a dover affrontare un mondo del lavoro precarizzato e con bassi salari.
Pertanto sarà urgente intervenire con politiche di sostegno all’occupazione e al reddito delle nuove generazioni, con forme anche diverse dalle tradizionali, che nella maggioranza dei casi si sono risolte in meri palliativi.
Si propone
di intervenire con la costituzione di un fondo all’interno del quale far confluire le risorse finanziarie ottenute dalla decurtazione delle parcelle/appalti dei professionisti, ingegneri, architetti, presidenti dei consorzi, amministratori di condominio e dei costruttori.
Pertanto ai compensi spettanti ai suddetti soggetti, che rientrano tra le spese ammissibili a contributo, si dovrà applicare una decurtazione progressiva in funzione del numero di pratiche/appalti gestite/i.
Di contro, saranno garantiti ai detti soggetti, tempi ridotti e certi nei pagamenti, velocizzando gli attuali tempi di liquidazione.
Tale fondo non dovrà essere rimesso né al Comune, né a nessun altro Ente Territoriale ma sarà gestito da un comitato o società costituito/a ad hoc, di cui il Ministro per la Coesione Territoriale sarà garante.
Le risorse dovranno essere vincolate ad attuare politiche di sostegno all’occupazione giovanile e all’inclusione sociale; ovvero dovranno essere utilizzate per favorire la creazione di micro- imprese e cooperative nei settori che possono apportare un contributo anche minimo, ma reale, allo sviluppo economico-sociale, ambientale e culturale del territorio, in un contesto di salvaguardia della salute di comunità.
Ad esempio cooperative/imprese/figure professionali:
– che, in un’ottica di partenariato tra pubblico e privato, si occupino della gestione, manutenzione, conservazione e valorizzazione del Piano C.A.S.E.;
– che si occupino di valorizzazione e promozione del territorio sostenibile e che abbiano il fine di incentivare il turismo e rilanciare la cultura laica e religiosa del territorio;
– che mettano a sistema le potenzialità del Gran Sasso e della montagna aquilana;
– che si occupino di offrire servizi agli universitari soprattutto fuori sede con finalità d’integrazione e di scambio culturale;
– che si occupino di promuovere la sostenibilità, la riconversione energetica del territorio, la ricerca, attraverso e oltre il processo di ricostruzione
– che, all’interno del sistema sanitario nazionale, si occupino di salute di comunità al fine di fornire servizi di assistenza sociale attraverso la formazione di nuove figure specializzate operanti nella prossimità sul territorio nel campo delle tossicodipendenze e la salute mentale.
Per operare nella prossimità è necessaria allo stesso tempo la creazione di spazi attrezzati di ricovero notturno e spazi attrezzati dove nel quadro delle tossico-dipendenze, il personale possa operare nell’ambito di una politica effettiva di riduzione del danno e fornire l’assistenza necessaria agli utenti, da parte di team specializzati.
Dovranno infine essere finanziati interventi di inclusione sociale, che vadano dalla formazione del capitale umano al sostegno delle giovani coppie e dei giovani professionisti.