Stasera, 22 giugno, si svolgerà la notte in bianco, iniziativa nazionale promossa dai centri Antiviolenza, cui ha aderito anche il centro Antiviolenza dell’Aquila.
Sarà una notte speciale, in cui i Centri Antiviolenza lasceranno aperte le porte proprio per far conoscere alla cittadinanza, oltre che alle donne, questi luoghi “unici”, dedicati da più di 20 anni alle donne che subiscono violenza.
La notte in bianco nasce dalla volontà di ribadire un forte no alla violenza contro le donne e di riaffermare la tenace volontà delle operatrici dei Centri di continuare a lottare, dinanzi al luttuoso elenco di donne uccise dalla violenza di un uomo di famiglia (feminicidio), che dal primo gennaio 2012 ha causato in Italia la morte di 64 donne (120 in tutto il 2011). D.i.Re vuole sottolineare l’importanza dell’esistenza di questi luoghi e la necessità sempre più pressante di difenderli: dai tagli economici che ne mettono a rischio l’esistenza e dalla scarsa attenzione a loro destinata da parte delle istituzioni. Da qui perché la scelta di aprirne le porte e non solo in modo simbolico.
Anche il Centro Antiviolenza per le Donne dell’Associazione Biblioteca delle Donne “Melusine” lascerà aperta la propria sede, in Viale Alcide de Gasperi,45, proprio per mostrare come ci si opera, lavora e vive, condividendo l’idea che sia un modo per accrescere nella comunità locale la conoscenza, l’empatia, il sostegno.
In questa città la vicenda dello stupro commesso sulla studentessa universitaria ed il recente provvedimento relativo alla concessione degli arresti domiciliari a Tuccia ci suscita molti interrogativi, non già sotto il profilo tecnico, bensì circa il contesto socio culturale in cui si assumono determinazioni nei casi di reati di violenza sessuale contro le donne.
Si ha l’agghiacciante impressione che dinanzi allo stupro, reato gravissimo, i giudici (spesso maschi) continuino ad avere un atteggiamento mentale e, quindi, “culturale”, non inflessibile e severo, atteggiamento che in questo paese si mostra più spesso dinanzi a reati contro il patrimonio, per esempio. Triste e grave segno che i beni mobili o immobili valgono di più dei corpi delle donne. Rinnoviamo la nostra solidarietà alla ragazza e continuiamo a rivendicare il diritto di vivere libere dalla violenza maschile; la società fatta di uomini e donne deve assumersi la responsabilità di nominare e denunciare la violenza maschile, che, soprattutto, dentro le mura domestiche continua a eliminare tante vite di donne.
Anche le modalità ed il linguaggio utilizzati dai mass media per parlare di casi di violenza contro le donne riflettono il livello di arretratezza culturale in cui questo paese versa al riguardo: morbosa curiosità per particolari che ledono sempre la donna ed il suo diritto alla riservatezza, grande affanno per stabilire se la donna violentata o uccisa sia una “brava persona”, perchè, in caso contrario, scattano subito le attenuanti per il maschio e via via disinteresse per una storia che non fa più notizia. La notte in bianco vuole essere uno dei tanti momenti per prendere la parola sulla violenza alle donne, restituendo ai loro vissuti dolorosi verità e rispetto.
Centro Antiviolenza per le Donne – L’Aquila