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“In Abruzzo stanno fermi a pensare che lo Stato sia inetto, senza reagire”. Se il terremoto che ha colpito l’Emilia avesse fatto tremare “il Molise, l’Abruzzo o altre Regioni del Sud Italia, allora la tragedia sarebbe doppia”. Lo dice all’Adnkronos Vittorio Sgarbi, critico d’arte ed ex sindaco di Salemi.
Sgarbi a Ferrara e’ nato e la notte scorsa ha mancato il terremoto di un soffio. “Sono passato a Ferrara verso le 2 – racconta – ero incerto se fermarmi o proseguire fino a Gorizia. Poi ho deciso di partire”. Ma se adesso l’Emilia fa i conti con crolli, morti e feriti, “l’aspetto positivo e’ che, come nel Friuli, la ricostruzione sara’ rapida, mentre nel meridione sarebbe stata una catastrofe”. E questo perche’ “gli emiliani non staranno certo con le mani in mano, mentre in Abruzzo, all’Aquila – attacca – si vive d’inerzia, tutto e’ fermo come all’inizio, si aspetta solo che lo Stato faccia qualcosa e intanto ci si piange addosso”.
Anche sul patrimonio culturale, gravemente danneggiato dal sisma, in Emilia “il territorio interverra’ sicuramente. Sono molto ottimista perche’ conosco la disponibilita’ psicologica emiliana, il senso civico, imprenditoriale, amministrativo. Insomma, non staranno fermi e sono convinto che tra un mese saranno gia’ ripartiti. All’Aquila son passati tre anni – rincara la dose Sgarbi – ma e’ tutto esattamente come all’indomani del sisma. Stanno mani in mano, ad aspettare”.
(Adnkronos)