Palazzo Berlusconi sorge a Rosario, nella provincia di Santa Fe. In un’area frequentata da gente benestante, calciatori e imprenditori. All’esterno non ci sono insegne, solo una scala dopo il portone, che porta al primo piano.
Per la Camera di Commercio argentina è ufficialmente un club di alto livello, in realtà un bordello: giovani prostitute, spettacoli erotici e salottini privati. E sebbene il codice penale argentino non sia affatto tenero sul reato di prostituzione, Palacio Berlusconi sembra godere di protezione politica e giuridica, dato il livello delle frequentazioni e la qualità dell’offerta.
Ma Antonio Bruzzese, Presidente in Argentina della Cna (Confederazione degli artigiani) e dell’Associazione Insieme Argentina, fa sentire la sua protesta al sindaco di Rosario, Roberto Lifschitz, e al Console Generale, Rosario Micciché, per l’esistenza del bordello intitolato al premier italiano nella città.
Bruzzese esprime la sua indignazione per l’uso di un nome, che rappresenta in questo momento l’Italia, in un locale di prostituzione di lusso. Da qui una lettera di protesta (che riportiamo dal sito emigrazione-notizie.org) inviata al sindaco di Rosario.
“Egregio Sig. Sindaco,
Voglio esporre la mia profonda indignazione per l´ esistenza nella città di Rosario di un luogo di dubbia moralità, che porta il nome del Primo Ministro del mio paese, Silvio Berlusconi, chiamato “ Palazzo Berlusconi”, un bordello destinato a un pubblico di alto livello economico.
É molto offensivo che si sia permesso in questo comune l´utilizzo del nome di una delle massime cariche dell´Estato italiano.
Non é la mia intenzione giudicare la moralitá di Berlusconi, tanto meno uscire alla sua difesa, perche il tema trascende la persona e ridicolizza il paese che rappresenta, al di lá della sua gestione di governo.
Mi auguro da sua parte la comprensione di un tema cosi delicato e una rapida risoluzione, in difesa dell´italianitá e le relazioni tra i nostri paesi.”
“ Estimado Intendente,
quiero exponer mi profunda indignación por la existencia en su ciudad de un lugar de dudable moralidad que lleva el nombre del Primer Ministro de mi país, Silvio Berlusconi, llamado “Palacio Berlusconi”, un cabaret con desnudistas, destinado a una clientela adinerada.
Es muy ofensivo que se haya permitido en esa comuna, el uso del nombre de una de las máximas autoridades del Estado Italiano al ser habilitado.
No es mi intención juzgar la moralidad de Berlusconi, ni mucho menos salir en su defensa, pero el tema trasciende a la persona y ridiculiza al país que representa, más allá de su gestión de gobierno.
Espero de su parte la comprensión de tan delicado tema y una pronta resolución del mismo, en defensa de la italianidad y de las relaciones que unen a nuestros países”.