L’unione dei Marsi contro L’Aquila ladrona

[da Abruzzo24Ore.tv] Orgoglio e rabbia marsicana. Per la secessione dal capoluogo L’Aquila e l’autonomia politica e amministrativa. Contro i continui saccheggi e penalizzazioni che subirebbe un territorio che pure esprime la metà del Pil provinciale.

E’ a larghe spanne il programma e la ragione sociale dell’Unione dei Marsi, associazione culturale e politica, che in un sito e in una pagina facebook trova un luogo di incontro e proselitismo.

Si tratta di un più che legittimo movimento territoriale che rivendica diritti, autonomia, protesta con buoni argomenti in particolare contro un piano sanitario che in Marsica affonda il bisturi.

Ma è anche purtroppo qualcosa di più, o forse di meno…

Il bersaglio costante non è solo L’Aquila intesa come capoluogo, come potere accentratore, ma anche come persone, come aquilani. Definiti di volta in volta post-terremotati piagnucolosi che a differenza dei marsicani, non sarebbero capaci di rialzarsi dopo un terremoto distruttivo con le loro forze. Gente che se ne approfitta, e nel gruppo facebook dal nome eloquente ”L’Aquila ladrona” vengono citati casi di furbetti che hanno abusato o lucrato sull’assistenza post-sismica, tendendo a generalizzare questi atteggiamenti come un carattere culturale, una mentalità tipica.

Eloquente un articolo inserito nel sito dell’associazione:

Il 18 gennaio scorso un visitatore del nostro sito ha inserito il seguente commento all’articolo Il PM Stefano Gallo trasferito all’Aquila: “Se continua così gli aquilani ci toglieranno pure le mutande…” Questo utente, che si è firmato “W la Marsica”, deve essere un veggente! Oppure ha semplicemente capito che l’atto di spoliazione della Marsica, a favore della città de L’Aquila, stava cominciando? I fatti di oggi dimostrano che, purtroppo, “W la Marsica” aveva ragione. I politici in Provincia ed in Regione (ed anche nella nostra Marsica) hanno cominciato un feroce piano di saccheggio che mira a spogliare la Marsica di strutture amministrative e di servizi al cittadino… e perché mai? Perché vogliono affamare questa terra? La Marsica è un popolo che ha 30 secoli di storia; un popolo di lavoratori; un popolo che si è rialzato dopo un terremoto distruttivo che ha provocato 30.000 vittime, senza piagnucolare e chiedere aiuto. Rimboccandosi le maniche, affinché questa terra potesse risorgere e proliferare. Dov’è il rispetto per i nostri avi? Quelli che hanno ricostruito la Marsica e che hanno lavorato perché oggi ci sia un ospedale, un tribunale o qualunque altro servizio che meriti una popolazione di 140 mila abitanti. E gli ospedali? Lo scellerato piano “di riordino” decreta la morte della sanità nella Marsica: gli Ospedali di Avezzano, Tagliacozzo e Pescina pesantemente ridimensionati (e neurochirurgia già chiusa), la Clinica “Santa Maria” vergognosamente lasciata chiudere dai nostri politici regionali.”

Andiamo avanti: il presidente Chiodi è definito ”il servo degli Aquilastri; in un post del gruppo facebook, l’amministratore spiega che ” in questo momento storico in cui, ironia della sorte, la Marsica è maggiormente rappresentata nelle amministrazioni Provinciale e Regionale, si sta inspiegabilmente verificando un riordino di tutti i servizi pubblici più importanti (Ospedali, Tribunale, Vigili del Fuoco, etc. etc. etc. etc.) al solo vantaggio dei cittadini della città dell’Aquila”.

E ancora:mentre in Marsica si taglia a L’Aquila vengono potenziati ospedali, attivando servizi che non servono proprio a niente”.

E si aggiunge: ” La politica ha ben deciso di aggiungere agenti all’aquila che non ha nessuninissimissima necessità, se non quella di impiegare i propri cittadini che non sono riusciti ad imparare un mestiere.”

Ricapitolando: aquilani piagnucolosi, incapaci di imparare un mestiere, e privilegiati,  come si evince anche dal commento che segue:

Naturalmente la Marsica dopo che gli hanno tolto quasi tutto, contribuisce ancora con il 57% del P.I.L. dell’intera provincia. da dove uscirà’ il vil danaro? Mah, naturalmente dalle tasche dei MARSI che andranno a rimpinguare quelle aquilane per non so’ cosa, forse per aggiustare qualche stuzzicadenti uscito storto”.

Un’ultima osservazione: per ironia della sorte l’argomento della spoliazione e del saccheggio post-sismico viene evocato anche a L’Aquila, ed anche a livello politico.

Secondo questo teorema, approfittando del terremototo, sarebbe in corso d’opera il disegno di sottrarre a L’Aquila pezzi di università, di sanità, di uffici e funzioni dell’amministrazione pubblica. E financo anche il capoluogo di regione. Sarebbero molteplici poi i casi di dirottamento in altri territori di fondi stanziati e vincolati alla ricostruzione post-sismica.  Questa volta però nella parte del predatore ci sarebbe anche la Marsica.

In questo clima avvelenato il presidente Chiodi ad esempio  viene accusato dagli aquilani di fare gli interessi del teramano, dai marsicani è accusato di fare gli interessi dell’Aquila. Non è dato a sapere se i teramani, a chiudere il cerchio, accusano a loro volta il conterraneo Chiodi di favorire la Marsica.

C’è evidentemente qualcosa che non quadra, se non c’è un territorio in Abruzzo,  ed anche in Italia, che non si senta emarginato, penalizzato, oggetto di una discriminazione.

La realtà dei fatti deve essere molto più complessa.

Forse, dico forse, chi comanda in molti casi  fa semplicemente i suoi di interessi e delle lobby di riferimento. Forse i ladri e gli onesti, i lavativi e i lavoratori, i cialtroni e le persone serie sono equamente distribuite su tutto il territorio nazionale, tanti in Marsica quanti a L’Aquila, dall’estremo nord all’estremo sud del Paese.

Intanto però si rischia di assistere,  a seguito degli effetti nefasti della crisi economica e l’abbrutimento dei rapporti sociali, solo ad una guerra tra poveri o presunti tali, e ad una pericolosa deriva campanilistica e localistica che non giova a nessuno.

FT