La ricercatrice Lina Maria Calandra ha condotto, con alcuni studenti di Lettere e Filosofia, una serie di interviste ad un campione di 1000 residenti nel progetto C.A.S.E.
I dati risultanti mostrano innanzitutto che il 70% dei residenti non vuole passare il resto della propria vita nel progetto C.A.S.E., con punte del 90% per il sito Roio 2. Al contempo c’è un sorprendente 19% che sarebbe felice di farlo, con punte del 29% a Paganica 2. A tale proposito la ricercatrice spiega: «Si tratta di una fetta piuttosto ampia di popolazione composta soprattutto da chi abitava nei quartieri periferici, come Pettino, per esempio, dove anche prima del terremoto non c’era vita sociale. Queste persone giustificano la loro scelta con i confort delle abitazioni, la presenza di parchi giochi per i bambini e di posti auto. È evidente, dunque, un individualismo che si sottolinea ancor più quando si chiede a queste persone cosa fanno nel tempo libero. La risposta più frequente è: sto a casa».
I dati mostrano anche una scarsa fiducia nella ricostruzione: solo il 7% degli intervistati pensa di lasciare il progetto C.A.S.E. entro un anno, mentre il 45% pensa che ci vorranno più di quattro anni.
Da non sottovalutare, infine, che un’alta percentuale di residenti, il 12%, una volta lasciato il progetto C.A.S.E. valuterà l’ipotesi di andar via da L’Aquila.