Nella mattinata odierna, a conclusione di attivita’ di indagine, i militari del NORM della Compagnia Carabinieri di L’Aquila hanno denunciato in stato di liberta’ alla locale Procura della Repubblica due aquilani, padre e figlia, D.T. ed P.T., rispettivamente di 60 e 30 anni, per truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
I due hanno reso false dichiarazioni innanzi alla commissione che li interpello’ a suo tempo per l’assegnazione di un appartamento all’interno del progetto CASE, in particolare sostenendo di costituire un nucleo familiare unico, al fine di ottenere una abitazione di maggiori dimensioni. In realta’ la figlia viveva gia’ fuori dalla casa paterna ma, per eludere l’ostacolo burocratico, la giovane aveva dichiarato di essere ancora coabitante con il genitore, la cui casa era in effetti di categoria “E”, dal momento che li’ aveva mantenuto la residenza anagrafica, riuscendo quindi a farsi assegnare un abitazione piu’ grande piuttosto che il monolocale che sarebbe spettato al genitore, il quale, concordando con la versione della figlia, si e’ reso pertanto colpevole dell’analogo reato in concorso.
L’attivita’ si inserisce in un piu’ ampio filone investigativo, avviato pochi mesi dopo il sisma del 6 aprile, volto a reprimere i continui tentativi da parte di cittadini aquilani o persone domiciliate in citta’, e non aventi diritto, a percepire indebitamente i contributi economici e le agevolazioni che numerose ordinanze e norme statali hanno erogato a favore dei terremotati.
Solo dall’inizio dell’anno corrente i Carabinieri della Compagnia di L’Aquila hanno denunciato complessivamente 30 persone, fatto revocare l’assegnazione di 6 abitazioni e restituire complessivamente somme superiori a 100.000 euro tra contributi di autonoma sistemazione e contributi per le ristrutturazioni immobiliari indebitamente percepiti.