L’Aquila: sempre più un cimitero di erbacce e macerie

Da ilCapoluogo.it, di Maria Chiara Zilli

Erba altissima, lapidi ridotte in pezzi di marmo sparsi a terra in maniera disordinata, puntellamenti ovunque, interi edifici transennati: il cimitero monumentale dell’Aquila si presenta così a oltre due anni dal sisma del 6 aprile 2009.

A poco sono valse le denunce del Capoluogo.it e della popolazione, stufa di dover strappare le erbacce a mano per riportare alla luce la lapide di un caro. Quasi nulla sfugge alla scure del degrado: dai bagni del cimitero ai resti dei nove martiri aquilani, tutto appare agli occhi dei visitatori come abbandonato o pericolante. Tra le zone che al momento fortunatamente si sottraggono alla desolazione del degrado quasi solo quella dove sono tumulate le vittime del terremoto, un’area tra le più visitate del cimitero.

Mentre il Comune dell’Aquila cerca di prevenire gli effetti della scongiurata ipotesi di un nuovo disastro naturale, consigliando prudenza per la realizzazione delle nuove tombe, il ripristino alle condizioni ante sisma del cimitero sembra davvero troppo lontano.

Per risolvere il problema del degrado del cimitero il mese scorso è stata attivata una collaborazione per supportare il lavoro dell’Afm, ma di effetti se ne sono visti ben pochi. «Il personale del servizio Ambiente e dell’Asm – aveva annunciato l’assessore Alfredo Moroni – iniziera’, a partire dal 3 giugno, interventi di ripulitura e di manutenzione del verde nelle aree cimiteriali, a cominciare dalla citta’ dell’Aquila e proseguendo con il territorio frazionale»; sono passati quasi due mesi e il cimitero assomiglia sempre di più ad una giungla, soprattutto in alcune aree.

Se è vero che il livello di cultura dei popoli emerge dal modo in cui si onorano i morti, viene il dubbio che il terremoto abbia distrutto anche il valore del ricordo.

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