Avezzano (L’Aquila) – Una truffa alla Regione Abruzzo che si potrebbe definire “satellitare”. Gli autori, 3 ingegneri – P.A. di 61 anni di Rieti, P.G. di 34 anni di Rieti e V.L. di 48 anni di Roma – sono stati tratti agli arresti domiciliari dai finanzieri di Avezzano, all’esito di indagini dirette dal P.M. Guido Cocco della Procura della Repubblica di Avezzano, su disposizione del G.I.P. Paolo Andrea Taviano. Oltre a loro, altre 7 persone – ex dirigenti della FIRA e dipendenti della Regione Abruzzo – risultano indagate a piede libero per aver favorito, a vario titolo, il buon esito della pratica.
La truffa ammonta a 500 mila Euro, destinati dall’ U.E alla Regione Abruzzo (fondi FESR – FEOGA – DOCUP 2000/2006) ed erogati tra il 2005 e il 2006. Gli arrestati, per il tramite di una societa’ di Oricola, avevano richiesto e ottenuto l’importo massimo erogabile secondo il bando, per un “Progetto Pilota” avente ad oggetto la realizzazione di una stazione per il controllo da terra di satelliti di piccole dimensioni. Si tratta, in paticolare, di una sofisticata antenna. Le indagini della Compagnia di Avezzano hanno pero’ rivelato che gli investimenti sostenuti erano stati palesemente gonfiati e che la documentazione contabile portata a sostegno della richiesta di contributo era stata alterata negli importi, nelle date ed in altri importanti riferimenti.
Il progetto presentato alla Commissione di Valutazione, altro non era che un elaborato di tipo universitario ripreso da testi specifici e siti internet dedicati e, addirittura, talune consulenze amministrative presentate a corredo della richiesta di contributo, erano state redatte da una societa’, di fatto amministrata da due dirigenti della FIRA, cioe’ dall’ente finanziario incaricato dell’erogazione dei fondi per conto della Regione, in evidente conflitto di interessi. Persino le ore di lavoro rendicontate dagli ingegneri per la realizzazione del progetto sono risultate gonfiate, cosi’ come il software applicativo di funzionamento della stazione di controllo satellitare, il cui progetto era stato dichiarato concluso nel 2005, e’ risultato acquistato solo due anni dopo, nel 2007.
Ed ancora, talune trasferte in California, asseritamente necessarie per seguire l’assemblaggio del macchinario, estese anche ai familiari dei realizzatori del progetto, sono state rendicontate ai fini del loro rimborso, in palese contraddizione con le previsioni del bando. Nel corso delle indagini si e’ assistito anche ad un curioso colpo di scena: a giugno 2010 gli indagati, evidentemente inquieti per la progressione delle indagini dei finanzieri, hanno simulato un maldestro furto di parti “dell’antenna”, denunciandolo ai Carabinieri di Pereto. Sono stati gli stessi militari dell’Arma a rinvenire, nei giorni successivi, i macchinari elettronici in un cassone per la raccolta di rifiuti speciali, danneggiati ed incendiati. Alcuni giorni dopo il furto simulato, i finanzieri di Avezzano sono poi entrati in possesso della memoria del computer contenente le immagini del sistema di videosorveglianza dello stabilimento in cui sarebbe avvenuta la sottrazione, palesemente alterata e cancellata proprio dei dati relativi alle immagini relative del simulato furto. Una disperata messa in scena, che tuttavia, non e’ valsa ad ingannare i finanzieri ed i consulenti informatici nominati dalla Magistratura. L’antenna satellitare e’ stata sottoposta a sequestro preventivo. (AGI)