Roma. Le coppie di fatto sono equiparabili alle famiglie legittime in tema di risarcimento danni. Lo stabilisce la Cassazione, in una sentenza, destinata a far discutere, che riconosce un risarcimento a seguito della morte di un uomo per un incidente stradale sia a favore della ex moglie e dei loro figli, ossia la “famiglia legittima”, sia a favore dell’attuale compagna e dei figli avuti con la donna.
Una sentenza storica, commenta Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani: “La sentenza della Suprema Corte di Cassazione nr. 12278/2011 – sottolinea – che ha equiparato, in tema di risarcimento del danno da sinistro stradale, la famiglia ‘legittima’ a quella ‘di fatto’ costituisce un precedente storico per il riconoscimento dei diritti della famiglia”, e “ripropone il tema della rilevanza sociale della famiglia di fatto, riconosciuta con questa sentenza come sodalizio familiare strutturato al pari di quella legittima e quindi degna di tutela giuridica.
A tutt’oggi il nostro codice civile non contempla norme a tutela della famiglia di fatto, vista ancora come una ‘famiglia’ fragile e del tutto eventuale. Le statistiche invece sanciscono che in media le famiglie di fatto, quando nascono i figli, hanno una tenuta maggiore rispetto a quelle legate dal matrimonio”.
In Italia vi sono circa 1 milione di coppie che vivono “more uxorio” ed un bambino su 5 nasce fuori dal matrimonio. “L’aumento delle coppie di fatto – fa notare Gassani – deriva da una nuova cultura sociale e familiare ma anche dall’aumento vertiginoso di procedure di separazione e divorzio. I tempi insopportabili per ottenere nel processo una sentenza di divorzio costringono, per altro, molte persone a convivere per anni in attesa dell’ottenimento dello stato libero. Per cui non deve essere trascurato che molte coppie convivono ‘per forza’ e non per scelta.
Resta tuttavia la discriminazione tra figli legittimi e figli naturali atteso che i vari disegni di legge per equipararli sono ancora fermi“. L’Italia, secondo gli avvocati matrimonialisti, deve insomma “cambiare assolutamente rotta se vuole davvero entrare in Europa anche dal punto dei vista della effettiva e piena tutela dei diritti delle persone contro ogni discriminazione”. (AGI)