750.000 euro per restaurare le 99 cannelle: ma non erano rimaste intatte?

(di Alessandro Biancardi, da www.primadanoi.it) La notizia e’: il Fondo per l’Ambiente (Fai), che ha curato il restauro con finanziamento di 750mila euro prelevati dal fondo derivante dalla beneficenza, annuncia la fine del restauro delle 99 cannelle.

Il comunicato (e l’Ansa che lo riprende) recita: ”restauro completato all’Aquila per la Fontana delle 99 Cannelle, gravemente danneggiata dal terremoto del 6 aprile 2009″. E poi aggiunge “la Fontana delle 99 cannelle e’ stata restaurata dal Fai con un intervento- costato circa 750 mila euro- realizzato grazie a tutti i cittadini che hanno donato un contributo per la campagna Sos Abruzzo e all’associazione Abruzzo nel cuore”.

E’ stato fatto tutto in tempi record tanto che si specifica che quello del Fai e’ stato “il primo cantiere ad essere aperto a L’Aquila”. Sul sito del Fai si legge ancora: ”La Fontana delle 99 Cannelle, monumento simbolo della citta’, e’ stata seriamente danneggiata”. C’e’ qualcun altro che utilizza toni più netti: “La Fontana delle 99 Cannelle, il primo, tra i monumenti aquilani devastati dal sisma del 6 aprile 2009, che verra’ restituito al pubblico grazie all’intervento del Fai”. Di chi e’ questa frase? Del primo cittadino Massimo Cialente.

“Il primo tra i monumenti devastato dal terremoto”? Le 99 Cannelle?

Ora, provando a fare uno sforzo mnemonico, quanti di voi ricordano foto o filmati del monumento simbolo de L’Aquila in rovina, crollato, martoriato dal terremoto, distrutto annientato o “gravemente danneggiato” o “devastato”? Se non ricordate aiutatevi con una ricerca sul web sara’ facile trovarli: può essere mai possibile che il monumento simbolo distrutto di una citta’ distrutta non sia stato fotografato un milione di volte dalle migliaia di giornalisti che si sono affrettati a venire nel capoluogo dopo il 6 aprile?

Eppure non le troverete e per una semplice ragione: la fontana delle 99 Cannelle e’ rimasta integra, miracolosamente integra dopo il terremoto. Persino l’acqua e’ andata via solo per pochi giorni. Ad uno sguardo anche attento muri, pavimento, fontane, mattonelle, tutto integro. Tranne una sola mattonella caduta. Una sola che nel devastante scenario del 6 aprile si e’ fatta notare.

Nessun crollo dunque e nessun danno apparente. Tutto intorno, invece, e’ vera devastazione. A cedere sono state parti di muro che sono vicini ma non parte del monumento, pare che una parte del costone avesse bisogno di essere consolidato ma il costone non si può strettamente considerare “il monumento”.

Ora se il monumento simbolo non e’ stato gravemente danneggiato perche’ si pone tanta enfasi sui “danni” e dunque sul recupero?

RESTAURO, SOLIDARIETA’ E IMPRESE

La Edimo Restauri, azienda del Gruppo Edimo, da subito ha speso il proprio nome per il recupero del monumento adottato dal FAI impegnata, con la ditta marchigiana Eugeni Pericle Srl.

La Edimo e’ anche ricordata per essere stata la prima ditta abruzzese ad aggiudicarsi la prima tranche di appalti (20milioni per pilastri di acciaio).

Il primo aprile scorso durante una cerimonia c’e’ stata la consegna dell’area interessata dai lavori alla presenza del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, dei componenti dell’ufficio tecnico del Comune, di Andrea Tatafiore, capo delegazione FAI L’Aquila, di Sofia Bosco, direttore FAI Roma e dell’ingegnere Giorgio Rigone, direttore ufficio tecnico FAI Milano.

Un apporto fondamentale all’iniziativa e’ arrivato dall’Associazione “Abruzzo nel Cuore” del pilota pescarese di Formula Uno, Jarno Trulli, testimonial FAI per l’Abruzzo, che e’ riuscita a recuperare diversi fondi impiegati nella ristrutturazione delle 99 Cannelle.

“La Edimo Restauri e’ stata scelta per la sua specializzazione e competenza nel recupero di beni immobili sottoposti a tutela”, si legge sempre in alcuni comunicati proprio della ditta Edimo. II restauro e’ stato completato anche grazie al supporto professionale dello Studio Salavatici Ripa di Meana, dello Studio Walter Bianchi, dello Studio Menichelli, al contributo di Borsa Italiana, Assosim e degli sponsor tecnici, Grimaldi Immobiliare, Mapei e dello stesso Gruppo Edimo.

Ora, che si sia trattato di un semplice restauro conservativo, e non perche’ l’opera fosse distrutta come si può immaginare, lo conferma la stessa Edimo che in altri comunicati parla di “risanamento strutturale, risanamento delle perdite d’acqua, la messa in sicurezza, l’impermeabilizzazione del pavimento, il consolidamento del muro e di Porta Rivera”.

La seconda fase e’ consistita nel restauro degli elementi decorativi, la pulitura dei licheni e delle macchie presenti sui rivestimenti e sulle vasche. Solo una piccolissima parte del muro in un paio di punti si e’ lesionato senza provocare apparentemente danni alla strutture anche perche’ molto decentrato. Poi si e’ pulito il pavimento e si e’ riportato a lucido il tutto.

Nella descrizione dei danni causati dal terremoto però il Fai parla di danni più netti: “Dopo un impegnativo lavoro di restauro, che ha permesso il consolidamento sismico del monumento, la ricostruzione della muratura nelle zone crollate e il recupero del paramento e della pavimentazione….”

“Zone crollate” però fa pensare ad uno scenario molto diverso da quello reale che unito alla “devastazione” di Cialente suggestiona, e non poco.

In realta’ il consolidamento ha interessato una area ben più ampia del monumento simbolo anche perche’ i danni veri erano proprio quelli nelle vicinanze.

IL DANNO C’E’ MA NON SI VEDE

Infatti l’unica foto (sempre dal sito del Fai) che lascia immaginare danni e’ quella della porta Rivera imbracata da impalcature di legno. Peccato che la porta non c’entra nulla con la fontana e dista più di 50 metri da essa. Se si e’ trattato di un semplice restauro e consolidamento perche’ continuare a parlare di gravi danni? Certo il terremoto bene non ha fatto all’antico manufatto. E poi c’e’ lo spot dove si vedono in brevi flash i danni subiti ma senza mai inquadrare il monumento nella sua interezza e senza le coperture.

Suggestivo ma i danni alla fontana non si vedono.

Per fortuna scripta manent -ed evitando di citarci- riportiamo le pagine ben più “autorevoli” che “certificano” che gravi danni, anzi danni e basta, non ce ne sono stati: c’e’ Wikipedia per esempio (Durante il terremoto del 2009 la fontana non ha riportato gravi danni, e ha presto ripreso la sua funzione), più autorevoli le immagini del Tg3 che fa notare proprio come il simbolo aquilano sia rimasto intatto. “un bel presagio” dice la giornalista Daniela Senepa

C’e’ però una relazione dei danni subiti che certifica tutto ma si parla solo di microfessure e fenditure, piccole crepe e della necessita’ di un consolidamento.

Uno potrebbe dire: i danni del terremoto. Macche’, roba vecchia di anni decine di anni di incuria perche’ non e’ mai stato facile trovare i soldi per “il monumento simbolo” lasciato nel degrado.

DUE RESTAURI IN DUE ANNI

A febbraio 2008 (dunque un anno e due mesi prima del terremoto) il direttore del Museo nazionale del Castello Cinquecentesco, Calcedonio Tropea e la soprintendente al Psae (Patrimonio storico artistico ed entoantropoligico), Anna Imponente, sono stati chiari ed in conferenza stampa dissero chiaramente: ci sono tre crepe, in tre diversi punti dei muretti dei vasconi, da dove esce acqua e da uno dei punti la fuoriuscita corrisponde a piccolo ruscello che invade di acqua mezzo piazzale e poi finisce in un tombino. In quella occasione avevano parlato di progressivo continuo e irreversibile degrado del monumento.

Peccato che lo dicessero per illustrare i risultati di un restauro appena terminato, era febbraio 2008, un anno e due mesi prima del terremoto.

E’ probabile che il restauro ben fatto abbia davvero risolto tutti i problemi vista anche la spesa di 750mila euro ma i danni non ci sono stati, anzi erano pure in gran parte preesistenti, allora non era forse meglio utilizzare meno enfasi per spingere a donare e utilizzare quei fondi degli italiani generosi per la vera emergenza terremoto?

Insomma le 99 Cannelle come la Chiesa delle Anime Sante? Non proprio.

(Alessandro Biancardi – www.primadanoi.it)