Sono aumentate del 37% le prescrizioni di farmaci antidepressivi e del 129% quelle di antipsicotici da parte dell’azienda sanitaria aquilana, a sei mesi dal sisma che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009. E’ il quadro emerso dal bollettino della societa’ italiana di farmacia ospedaliera, che ha riportato il confronto della variazione delle prescrizioni di psicofarmaci tra i due semestri prima del sisma e quella tra il semestre pre e post-terremoto. Lo studio, avvalendosi del data base amministrativo dell’Asl de L’Aquila, ha registrato, nel semestre precedente il disastro, una variazione positiva delle prescrizioni degli stessi farmaci, ma con un andamento opposto rispetto al post terremoto, ovvero con un maggiore uso di antidepressivi rispetto ad antipsicotici.
Nel primo semestre post-terremoto, invece, c’é stato un aumento del 30% delle prescrizioni di antipsicotici, mentre sono aumentati di circa il 9% gli antidepressivi. L’analisi del data base aquilano ha indicato un aumento delle prescrizioni soprattutto per la popolazione anziana e fra le donne. I disastri naturali, spiegano gli esperti, rappresentano condizioni di emergenza per il sistema sanitario nazionale, e hanno conseguenze dirette e indirette sulla salute delle persone colpite. In particolare, si ha un aumento dei disturbi emotivi, con un conseguente aumento delle prescrizioni di psicofarmaci. Di fatto, proseguono gli esperti, tutta la popolazione della citta’ (circa 72.000 abitanti) e’ stata ospitata in zone limitrofe, nel raggio di 150 km o in tendopoli nelle aree urbane, e mentre la popolazione più giovane si e’ allontanata più facilmente dalla citta’, la popolazione più anziana e meno abbiente e’ rimasta nelle metropoli.