“A L’Aquila il terremoto e’ stato un acceleratore evolutivo delle dinamiche sociali. Qui e’ successo quello che gli osservatori europei si aspettano di vedere da tutti gli italiani”:
Inizia così l’appassionato editoriale di Stefania Pezzopane, ex Presidente della Provincia de l’Aquila e attualmente Vice Presidente del Consiglio Provinciale, pubblicato nel numero de Il Salvagente in edicola. “Un risveglio di consapevolezza – prosegue la Pezzopane – ha smascherato ogni infingimento del potere berlusconiano e del suo flauto incantatore che da quasi un ventennio, ormai, e’ la disinformazione ed il populismo ingannevole, col solo fine di abbassare gli anticorpi sociali per stracomandare in liberta’. E questa e’ l’unica liberta’ che sa concepire il Pdl e a cui fa riferimento la sigla del loro partito-caserma.
Il 16 giugno i terremotati in piazza senza colore politico
Ormai e’ palese che l’informazione e’ controllata, e i giornalisti minacciati dal peggior regime d’Europa.
Lo scorso 16 giugno 20mila terremotati hanno dimenticato la loro fede politica ed hanno imbracciato i colori nero-verdi della citta’ per marciare simbolicamente verso Roma via autostrada.
Alla manifestazione c’erano tutti quelli che non vogliono più essere presi in giro: i disperati senza più casa, senza lavoro, senza una citta’ ed un tessuto sociale, senza più fabbriche, aziende e negozi, con un centro storico ancora coperto di macerie nonostante gli annunci del Ministro Prestigiacomo, venuta qui alla vigilia elettorale a promettere di farle magicamente sparire in due settimane (!).
Nei tg un racconto immorale: a L’Aquila non va tutto bene
Gli stessi disperati a cui i tg ed i quotidiani di proprieta’ del premier o da lui stesso assoggettati ai propri piani, hanno l’immoralita’ di raccontare che a L’Aquila va tutto bene: la ricostruzione e’ stata un successo che ci invidia il mondo e che chi non e’ d’accordo e’ un ingrato ed un sabotatore.
I direttori di questi tg hanno scandalizzato l’opinione pubblica nei giorni del disastro, per essersi vantati degli ascolti raggiunti con la cronaca del terremoto.
Non hanno mancato neppure un’inaugurazione del progetto CASE. Hanno lavorato comodamente in set molto funzionali alle telecamere, allestiti nei minimi dettagli, compresi gli striscioni inneggianti a Silvio, a spese dello Stato.
La nostra manifestazione un evento storico
Eppure, gli stessi direttori, hanno avuto l’immoralita’ di ignorare il risvolto imbarazzante di quelle stesse situazioni: un fiume di tre chilometri, di gente arrabbiata e disperata che gridava la disonesta’ del Governo che ha promesso sulle macerie e negato nel momento della vera necessita’, quando ormai le telecamere erano spente.
20mila persone in una citta’ di sfollati e terremotati di 70mila, e’ un evento storico. E’ un segnale potente. Dobbiamo risalire ai moti degli anni ‘70, alla guerra per il capoluogo fra L’Aquila e Pescara per riavere tanta partecipazione sia numerica che qualitativamente motivata.
Un corteo senza opportunita’ politiche: solo cittadini
Non c’erano opportunita’ politiche in quel corteo. Solo cittadini che hanno ripreso in mano il loro destino perché ne hanno diritto e non vogliono lasciarsi soffocare dagli interessi di imprenditori collusi che ridono e si sfregano le mani mentre la gente muore.
Cittadini che non tollerano più rimandi, bugie, annunci sui soldi della ricostruzione che non arrivano mai e su un Governo che ha persino il coraggio di richiedere indietro le tasse a chi non ha più nulla a cui aggrapparsi arrivando al sadismo fiscale.
Nei terremoti di Umbria e Marche…
Nei terremoti di Umbria e Marche la restituzione c’e’ stata dopo 12 anni, al 40% ed in 120 rate, ed erano eventi meno drammatici.
Nell’alluvione di Alessandria si e’ restituito il 10% delle tasse non versate. Qui si sta tergiversando persino sull’istituzione della Zona Franca.
La citta’ non c’e’ più
Sono 1.500 le aziende chiuse, 3mila i posti di lavoro persi, la cassa integrazione e’ aumentata dell’800%.
Le macerie da smaltire, resti di case distrutte: sono 1,5 milioni di tonnellate.
In altre parole, la citta’ non c’e’ più. La gente sopravvive senza vivere nelle nuove new town che garantiscono solo un tetto sulla testa alla meta’ dei senzatetto.
Gli altri si sono arrangiati in sistemazioni di fortuna o sono ancora sfollati in hotel lontani o in caserme. Il contributo di autonoma sistemazione per molti e’ diventato l’unica fonte di sostentamento e per questo non accettano di entrare in un alloggio, seppure disponibile. E il Governo ci vede come normali contribuenti.
Sono queste vessazioni che hanno svegliato la popolazione aquilana e la consapevolezza che il Governo non ha nessun interesse a ricostruire una delle citta’ d’arte d’Italia e si contenta del successo delle new town.
Siamo tutti ingrati sabotatori?
L’apparir del vero ha unito istituzioni locali sia di destra che di sinistra, categorie produttive, associazioni, volontariato, enti pubblici e privati, sindacati e persino i Bertolaso boys che tanto grati sono alla Protezione Civile per la gestione dell’emergenza. Come lo e’ del resto tutta la citta’, ma le responsabilita’ dello Stato non possono fermarsi qui.
Ed ancora giovani e anziani, professionisti ed operai, borghesia e proletariato. Sono tutti ingrati sabotatori?
Un silenzio tombale sul nostro futuro
Non pretendiamo tutto subito, come si lascia intendere. Ma dopo un anno e più, il silenzio sul nostro futuro e’ tombale e le casse vuote. E questo non ci permette nemmeno di immaginarcela la ricostruzione, figuriamoci di programmarla.
I tg che ci ignorano
Ma questo i tg del Cavaliere imbavagliatore non lo raccontano mai: hanno preso ad ignorarci da quando abbiamo cominciato ad affrontare quel che restava da risolvere. Evidente che quel poco che riusciva a filtrare del nostro malcontento aveva un effetto disorientante per tutti quelli a cui era stata raccontata solo una parte della verita’.
E l’Italia ha cominciato a guardarci come ingrati e ingordi. Un effetto strategicamente cercato da Berlusconi e da tutti gli alfieri che gli hanno retto il gioco e che continuano a reggerglielo.
Letta e Bertolaso: gli annunci del “tutto risolto” per zittire le nostre voci
Come Gianni Letta, che alla vigilia della manifestazione ha tentato di farci credere che le nostre richieste erano state accolte, che tutto era risolto, solo per sgonfiare la manifestazione.
E due. La prima volta era stato Bertolaso a dare l’annuncio del tutto risolto, alla vigilia di un’altra manifestazione a Montecitorio. E quella volta ci riuscì, vennero in pochi a Roma.
Quando si cerca di sabotare la partecipazione civica, il risveglio di una popolazione, la messa in moto dei cervelli, c’e’ poco da fidarsi. E’ il contrario della democrazia e dell’interesse pubblico.
Dopo il 16 ci sentiamo uniti e forti: le proteste contro la Rai
Con la manifestazione del 16 L’Aquila si giocava il futuro. Un flop ci avrebbe definitivamente dati in pasto ad un Governo prevaricatore. Ora siamo più sereni perché ci sentiamo uniti, forti e numerosi.
L’ultima offensiva lanciata spontaneamente dai miei concittadini e’ ai tg Rai. Una valanga di mail di protesta ha gia’ intasato i loro siti ed altre proteste si preparano contro i giornalisti asserviti che hanno dimenticato il loro vero dovere di cani da guardia del potere, non di cani da compagnia.
Che sia L’Aquila l’avamposto di una nuova, dignitosa e reattiva Italia?
Stefania Pezzopane
Responsabile Nazionale PD per la Ricostruzione
Vice Presidente del Consiglio Provinciale