Articolo da ilCorriere.it
Non riuscì a spianarla neppure il terremoto, forte e solida com’era, coi muri incatenati e il tetto di legno. Ma adesso arriva la «Variante Sud» dell’Anas e sembrano esserci davvero poche speranze. Il destino della casa-miracolo di Onna, una delle cinque (appena 5!) che si salvarono dal sisma mentre il resto del paese crollava (40 morti), appare segnato. La casa antisismica della maestra elementare Margherita Nardecchia Marzolo, l’ultima in fondo, a pochi passi dal fiume Aterno, verra’ demolita (salvo ripensamenti o una sospensiva in extremis del Tar) perché in corrispondenza della cucina (secondo questo progetto) dovra’ sorgere il sovrappasso della nuova strada (da Bazzano a San Gregorio, 6-7 chilometri in tutto) prevista dall’Anas per alleggerire il traffico della statale 17, ormai congestionato dopo la chiusura del centro storico dell’Aquila e la creazione in periferia dei 19 miniquartieri.
ASSEDIATI DALLE AUTO – Il tempo stringe. A dicembre scorso e’ stato approvato il progetto definitivo, a febbraio si e’ chiusa la gara. Sarebbero gia’ pronte le lettere d’esproprio dei terreni: «Arriva la strada che asfalta la speranza», sospira Franco Papola, presidente dell’associazione Onna Onlus. «Ma come?», protestano in coro i cittadini della frazione alla fine dell’ennesima riunione. «Onna doveva rappresentare il simbolo della rinascita, della ricostruzione post-sisma in Abruzzo e adesso invece ci chiudono come indiani in una riserva, stretti tra la Statale e la Variante Sud. Assediati dalle auto e dall’inquinamento. Altro che turismo e agricoltura biologica, centro polivalente e piste ciclabili sul fiume. Sara’ uno scempio…». Gli abitanti da mesi sono sul piede di guerra: Onna Onlus, la Proloco di Onna, il comitato cittadini di San Gregorio, hanno gia’ presentato un ricorso al Tar e annunciano ora nuove iniziative. Non solo.
DIPLOMAZIA – Si rischia pure l’incidente diplomatico: Onna, come si ricordera’, dopo la catastrofe del 6 aprile 2009, fu «adottata» dal governo tedesco di Angela Merkel (in memoria della strage compiuta in loco dalla Wehrmacht l’11 giugno 1944, quando i nazisti uccisero 17 persone e rasero al suolo le case). L’ex ambasciatore Michael Steiner (tornato da poco a Berlino) ha lavorato per più di un anno fianco a fianco con gli onnesi per ricostruire la chiesa, le case, le scuole, mettendo a disposizione i migliori architetti e ingegneri per la realizzazione di un masterplan. Un piano di rinascita che adesso finalmente e’ pronto. E proprio l’ambasciata, nei giorni scorsi, ha scritto all’Anas per provare a sventare la minaccia: lettere cautissime «e molto diplomatiche» – chiosano a Onna Onlus – per suggerire l’adozione di un percorso alternativo a quello descritto nel progetto di dicembre. Una strada che, cioe’, passi al di la’ del fiume, in mezzo alla campagna, lontana dalle case. Finora, però, senza esito.
RICORSO – L’avvocato Fausto Corti, che assiste la maestra Nardecchia Marzolo nella sua battaglia per evitare l’abbattimento della casetta-miracolo, dice che un primo ricorso, gia’ presentato al Tar, e’ stato respinto due settimane fa in assenza di «danno grave e irreparabile». È naturale: la demolizione non c’e’ ancora stata… Ma se e quando partiranno i cantieri lui, e’ chiaro, tornera’ alla carica. È su un altro punto, però, che oggi l’avvocato vorrebbe attirare l’attenzione: «La Variante Sud», osserva, «fu approvata in un giorno, nell’ambito della stessa conferenza di servizi che doveva dare l’ok sulla nuova viabilita’ del post-terremoto. Capito? Anche qui, anche in questo caso, le procedure d’urgenza della Protezione civile, come per il G8 e i Grandi Eventi, hanno giocato un ruolo fondamentale. La Variante Sud», ricorda Corti, «faceva parte della Legge-Obiettivo, ci sarebbero voluti cioe’ ben altri tempi e ben altri passaggi per approvarla. E invece in un lampo eccoci qua, con 33 milioni di euro gia’ pronti. Oltretutto», conclude il legale, «il progetto scelto dall’Anas e’ il più oneroso, perché far passare la strada vicino a Onna, dove si e’ visto che e’ alto il rischio idrogeologico, significhera’ costruirla non a raso, ma sopra un terrapieno. Che vuol dire? Camion e camion di terra. In faccia al paese sorgera’ una collina…».