Macerie: le promesse elettorali, dimenticate dal governo

Articolo da Repubblica.it

Sono ancora tutte lì le macerie del terremoto: 4,5 milioni di tonnellate. Tutte disseminate per le strade del centro storico dell’Aquila e dei quarantanove piccoli comuni dell’area del cratere sismico. Sono ancora lì “nonostante gli annunci del governo di alcuni mesi fa” denuncia l’amministrazione comunale del capoluogo. Anzi, quando si dara’ l’avvio alle centinaia di demolizioni – previste per la prima fase della ricostruzione – sono destinate a crescere. Eppure, tre mesi fa, il ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo (per spegnere le polemiche dopo l’intervento del “popolo delle carriole” che da febbraio si ritrova in piazza ogni domenica) con una nota ufficiale di Palazzo Chigi, aveva assicurato la risoluzione del problema nel giro di pochi mesi: “Credo che debba prevalere la fiducia in uno Stato che per il sisma dell’Aquila ha dimostrato efficienza e rapidita’ di intervento senza precedenti. Entro pochi mesi le macerie saranno solo un ricordo”.

Ieri l’assessore comunale all’Ambiente dell’Aquila Alfredo Moroni ha denunciato che dopo l’intervento dell’Esercito non solo la rimozione non ha subito un’accelerazione, ma addirittura un rallentamento: “Con le nostre sole forze, nei quattro mesi precedenti l’intervento del governo, alla fine di gennaio, eravamo riusciti a rimuovere circa 70 mila tonnellate. Per lo più nel centro storico. Ora i lavori di rimozione procedono molto più lentamente. Sono appena diecimila le tonnellate di macerie tolte di mezzo da loro…”. “

Mesi fa, sotto elezioni – ha concluso Moroni – proprio il premier Berlusconi aveva accusato il Comune di essere lento nella rimozione dei detriti. Adesso, l’argomento sembra sparito dall’agenda della politica nazionale. Anzi, ci prepariamo a pagare le tasse dopo poco più di un anno dalla sospensione delle imposte, al contrario di comuni che nel passato hanno subito altri terremoti meno gravi del nostro”.

Intanto, secondo un dossier di Legambiente, dei circa 4,5 milioni di tonnellate di macerie, un terzo si trova sulle strade, mentre 2 milioni sarebbero quelli accumulati all’interno delle case e nei cortili. Per dare il via alla ristrutturazione degli edifici sarebbe sufficiente spostare un terzo delle macerie: così potrebbero partire i lavori sui diecimila edifici danneggiati tra centro storico e frazioni (uniche variabili, i 140 siti sotto sequestro per le inchieste della magistratura sui crolli dolosi e il materiale sensibile proveniente da edifici di pregio storico-architettonico).

L’unica nota positiva, per Moroni, il provvedimento che il commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi ha firmato il 28 maggio: “Si da’ la possibilita’ alle ditte che eseguono le demolizioni di conferire le macerie nei siti disponibili”.