Articolo da IlCentro.it
Stanno sparendo lentamente alla vista degli aquilani, ma il loro smaltimento procede tra intralci e intoppi. Gli stessi di prima. Le macerie continuano a frenare la ricostruzione. Anche perché, un anno dopo il terremoto, e 50 giorni dopo il supervertice al ministero dell’Ambiente, sono pochi i punti del cronoprogramma che sono stati rispettati. Ancora chiuso il sito di Barisciano.
LE PROMESSE. Dal vertice in casa del ministro Stefania Prestigiacomo non uscì solo la solenne dichiarazione secondo la quale «tutti i presenti hanno unanimemente ribadito che non vi e’ stata alcuna inerzia nell’affrontare la difficile questione». Cioe’, che sul tema macerie non c’erano stati ritardi né incertezze né inadempienze. Eppure, nonostante ciò, strade e piazze erano stracolme di materiali derivanti da crolli e c’era, e c’e’, un solo sito per il trattamento, quello dell’ex Teges. Da quell’incontro scaturì anche un cronoprogramma in cinque punti che, oggi, si fa davvero fatica a rintracciare nella realta’ delle cose. Era il 3 marzo il giorno del tavolo col ministro, il commissario Gianni Chiodi, il prefetto Franco Gabrielli, il sindaco Massimo Cialente, l’allora presidente della Provincia Stefania Pezzopane, il vicecapo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis, il presidente dell’Anci Abruzzo Antonio Centi, l’assessore regionale Daniela Stati, l’allora assessore provinciale Michele Fina, l’assessore comunale Alfredo Moroni, i rappresentanti di Arta e Ispra e il capo della struttura tecnica di missione Gaetano Fontana.
Partendo dai siti, fu promesso che entro 30 giorni sarebbe stato realizzato l’a mpliamento funzionale del sito ex Teges. Di giorni ne sono passati 50 e quel sito non e’ stato né riallestito né ampliato. Il progetto e’ tuttora nelle mani della Sogesid (che fa capo al ministero), così come il protocollo d’intesa con le comunita’ locali. All’ex Teges si lavora tutto come prima. Nel sito di localita’ Pontignone stanno entrando meno di 500 tonnellate al giorno. Com’e’ lontano, allora, l’obiettivo di 7500 tonnellate giornaliere. Nel frattempo, infatti, copiando l’idea del popolo delle carriole, una prima selezione, seppur sommaria, come ritengono alcuni, sta avvenendo nei siti individuati nel centro storico della citta’. Dove qualche ditta e’ gia’ incappata nelle maglie dei controlli dei carabinieri del Noe che hanno denunciato, giorni fa, un imprenditore aquilano per gestione illecita dei rifiuti e due funzionari comunali anche per abuso d’ufficio. Militari e pompieri, e questo e’ l’unico impegno rispettato finora, stanno trasportando i materiali nei cassoni da dove ripartono, separati, verso i depositi per il recupero.
BARISCIANO, IL GIALLO. Il secondo punto del programma ministeriale prevedeva, sempre entro 30 giorni, l’allestimento del sito di Barisciano, un’area pubblica (discarica più fondo limitrofo di circa 2,5 ettari) in localita’ Forfona dove realizzare una piattaforma di stoccaggio, lavorazione e riciclo. Cinquanta giorni dopo, a Forfona non c’e’ nulla. Nessuna gara espletata e nessun lavoro avviato. Men che meno l’operativita’ dell’impianto. Quanto a Bazzano, il sito scelto dal ministero e’ stato poi bocciato perché l’area e’ stata ritenuta troppo «ingolfata» tra insediamenti industriali, commerciali e direzionali. Il terzo punto del cronoprogramma ministeriale prevedeva l’individuazione di un’ulteriore macro-area, tra i 30 e i 50 ettari. Area al momento non individuata, dopo l’ennesima bocciatura che ha interessato la zona della piana di Bagno ritenuta a rischio allagamento. Il dissenso manifestato da un gruppo di cittadini ha fatto recedere il Comune dall’intenzione di sistemare una piattaforma anche nella piana di Cesarano, considerata strategica anche dal punto di vista della viabilita’ perché contigua all’autostrada. Quanto al trasporto, oggetto dei punti 4 e 5 del documento ministeriale, non e’ stata espletata alcuna gara a evidenza pubblica per il trasporto, tuttora nelle mani di militari e pompieri, né e’ stata attivata alcuna procedura accelerata.