Oggi, 7 aprile 2010 e’ iniziato l’anno II D.T. (Dopo Terremoto). Nell’era della comunicazione che viviamo, il titolo dell’articolo e’ un’ipotesi di come potremmo raccontare un giorno questo anno appena iniziato. Ed il 7 aprile 2011 riprenderemo questo articolo, per analizzare i pensieri di oggi e confrontarli con i fatti che seguiranno.
Ieri, i possessori della verita’ assoluta (e i loro fedeli vassalli) hanno raccontato agli aquilani ed agli italiani la novella dei mesi passati. Non bastasse (e non meraviglia affatto), hanno continuato ad illuminarci su quella che sara’ la nostra vita nei prossimi anni, perché questo e’ il messaggio che deve diventare parte della nostra coscienza di terremotati: “C’e’ stato un terremoto, e’ colpa della natura quello che e’ successo. Abbiamo fatto il massimo fino ad oggi, ma ora vi attendono molti anni di sacrifici, di pazienza, di lavoro, 8-10-20 anni… State tranquilli, tutto nella calma sara’ ricostruito”.
Molti aquilani si sono gia’ adeguati a questo nuovo status. Hanno tirato un sospiro di sollievo sullo spauracchio dei containers e baracche, in realta’ mai esistito con le soluzioni alloggiative temporanee oggi disponibili. Messaggio ancora ieri ripetuto, ricordando che ce ne sono dal terremoto di Messina del 1908, alla faccia della provvisorieta’! Non aprite quella porta, c’e’ il Lupo Cattivo che può entrare!
Ma siamo cresciuti, abbiamo aperto la porta, e non c’era nessun lupo cattivo. E il messaggio mediatico allora si adegua. Lo status di terremotato impone adesso tranquillita’, calma, assuefazione all’esistente e al destino che aspetta, I-N-E-Q-U-I-V-O-C-A-B-I-L-E. “E’ sufficiente attendere solo dieci anni”, ripetono i megafoni, “nessuno ha mai detto il contrario”. Le istituzioni lavoreranno al meglio per voi…
Saremo pure terremotati, ma il destino della citta’ lo sapremo molto prima, entro 1 anno. Probabilmente non sara’ necessario attendere di più.
Oggi e’ necessaria una Rivoluzione delle idee, della consapevolezza che sara’ solo il nostro libero arbitrio, e volonta’ di fare un fronte unico di impegni, a decretare la durata reale di questo nuovo status.
Nei prossimi mesi sapremo:
Se sara’ approvata (a breve) la zona franca.
Se avremo gli stessi diritti (per le tasse) di terremoti vicini anche temporalmente.
Se i finanziamenti per una Ricostruzione veloce ci sono veramente. Se la burocrazia continuera’ volutamente a rallentarla o se si snelliranno le pratiche per agevolarla.
E ancora. Se le macerie saranno rimosse abbastanza velocemente. Se ci saranno piani per riaprire parzialmente il Centro Storico, agevolare il rientro di un numero sufficiente di attivita’ commerciali, ripristinare i luoghi di aggregazione, far rivivere quotidianamente parte della citta’ e dell’immediata periferia, evitare l’emigrazione verso altri luoghi più sicuri, più vivibili, dove l’edilizia ed attivita’ correlate non siano gli unici sbocchi lavorativi per il futuro dei giovani.
Di progetti ne servono molti, ed alcuni sono gia’ in fase di definizione da parte dei cittadini. Nella Partecipazione attiva e consapevole della popolazione, Trasparenza totale sulla Ricostruzione, capacita’ di Ascolto da parte delle amministrazioni locali, misureremo la vera Rivoluzione che decretera’, nel breve, il destino della citta’, dei borghi, e delle popolazioni interessate.
Ne riparleremo. Fra un anno esatto.