“Perché a L’Aquila non sono stati costruiti gli alloggi necessari agli sfollati?”
Egr. Giovanni Floris,
domenica 21 marzo molti aquilani assisteranno al talk show Ballarò.
Ci sarebbe piaciuta una puntata “normale” dedicata a questa citta’, nella quale dopo il 6 aprile abbiamo vissuto “sul campo” cosa voglia dire il controllo dei mezzi di informazione e la comunicazione decisa “a tavolino”. In cui spesso solo il web ha consentito ad una parte di aquilani, e di italiani, di comprendere la realta’ della citta’, di cosa fatto di utile ma anche di quanto colpevolmente taciuto dai maggiori media nazionali, e spesso locali.
Una svolta importante e’ stata l’indagine di Firenze relativa a Bertolaso ed alla cosiddetta “cricca”, di quelli che ridevano, cui e’ seguito un riacceso interesse da parte di alcuni media. Giornalisti come Riccardo Iacona (PresaDiretta) e Maria Luisa Busi (TV7), hanno sentito dopo mesi voci differenti della popolazione, e rappresentato una situazione più realistica di quella veicolata fino a pochi giorni prima.
A L’Aquila avra’ sicuramente occasione di ascoltare alcuni dei protagonisti del “Movimento delle carriole” , che nelle ultime settimane ha avuto tra l’altro il grande pregio di aver ridato una speranza ed una voglia di partecipazione a tanti cittadini, che nei mesi precedenti avevano quasi dimenticato queste parole. Forse non e’ un caso che questo movimento, questi cittadini, stiano man mano prendendo forza e coraggio proprio in seguito alla rottura di quella cappa di informazione controllata che per mesi ha fluttuato al di sopra della citta’. A L’Aquila e’ stato fatto un miracolo, ed i miracoli non ammettono errori. Questo era il messaggio da inviare, e per mesi ricevuto dagli italiani.
Domenica 21 marzo in tanti saranno ancora nel centro storico, con quello spirito di partecipazione che almeno un giorno alla settimana rianima quasi a festa questa citta’. L’appello che rivolgiamo a tanti aquilani, che vedono in queste manifestazioni una strumentalizzazione politica, e’ di partecipare di persona, anche come semplici spettatori, per comprenderne il senso più vero. Partecipi anche lei, non se ne pentira’.
Riguardo la Ricostruzione, ad un anno dal sisma si e’ appena agli inizi , con 5.070 contributi definitivi concessi su 17.492 domande presentate, dati del comune al 11 marzo, e relativi alle abitazioni con danni minori, stimate da “qualcuno” riparabili in appena 1 mese. Forse le diranno che ci sono 8.892 contributi provvisori che consentono ugualmente di avviare i lavori. Vero, come e’ vero che un contributo provvisorio non da’ alcuna garanzia sui finanziamenti che saranno erogati, ed e’ l’ennesimo pasticcio burocratico per scaricare sui cittadini responsabilita’ dovute ad altri, agli scarsi finanziamenti, ordinanze contraddittorie e tardive, ad un apparato burocratico creato ad arte e che ha condotto ad enormi ritardi nell’approvazione dei progetti di ricostruzione.
Ci sarebbe molto da dire, e sicuramente qualcuno sapra’ aggiornarla con altri dati precisi ed ufficiali, ad esempio sull’utilizzo non adeguato e risolutorio dei finanziamenti disponibili per la prima fase dell’emergenza, che avrebbe dovuto assicurare un alloggio a tutti gli sfollati, il più vicino possibile alla citta’. E’ una delle prime regole dell’emergenza, descritta anche nel manuale relativo al Metodo Augustus della Protezione Civile. Mantenere la popolazione vicino al disastro, renderla partecipe e collaborativa, non distruggerne il tessuto sociale…parole al vento per L’Aquila.
E ricordanto che oltre a L’Aquila ed al suo centro storico ci sono le periferie ed i vari borghi del cratere, spesso dimenticati.
Fra le tante domande che sicuramente avra’ preparato, ce n’e’ una che vorrei rivolgesse domenica al nostro sindaco Cialente. Perché nel momento in cui sale l’interesse sulla ricostruzione, ci sono ancora varie centinaia di nuclei familiari, forse migliaia, che non hanno ancora un alloggio temporaneo, o che si trovano in condizioni non adeguate, e per i quali la riparazione dell’abitazione (E, F o in Zona Rossa) non sara’ possibile in pochi mesi.
Il sindaco dell’Aquila probabilmente non ritiene necessario interessare seriamente il Governo, anche tramite il presidente della Regione Gianni Chiodi (fra l’altro Commissario Deputato alla Ricostruzione, con vice proprio il sindaco), ed il 15 marzo 2010 ha prodotto l’ennesimo pasticcio che non si pone l’obiettivo di risolvere, ma si “arrampica sugli specchi” per trovare soluzioni cervellotiche ad un problema che ha una risoluzione molto semplice: “Costruire o individuare gli alloggi necessari”, cercando di rispettare la dignita’ e la socialita’ delle persone, da collocare il più vicino possibile alla citta’ o comune di residenza.
Il problema e’ semplice, la soluzione sarebbe (nella teoria) anche semplice, ma nel terremoto dei miracoli sembra non sia disponibile nemmeno la copertura finanziaria per gestire l’emergenza alloggi, ancora in atto.
La invito a leggere, con attenzione, questa disposizione del Comune dell’Aquila. Si soffermi sulle parole, sui limiti e disponibilita’ indicate. Si immedesimi per un attimo nelle condizioni in cui si trovano centinaia o migliaia di cittadini e sulle possibili soluzioni indicate dal comune.
Molti vogliono continuare ad ignorare che il terremoto, oltre ai morti e distruzioni immediate, continua a far danni giorno dopo giorno, nel tessuto sociale, nei rapporti umani, nella partecipazione negata ai cittadini, per mesi, dal Dipartimento della Protezione Civile e dalle amministrazioni locali. Quella partecipazione che oggi ha come simbolo una semplice carriola.
Tanti cittadini sono in attesa di un alloggio, dignitoso, ad un anno dal sisma.
Chieda al nostro sindaco perché non sono sufficienti gli alloggi necessari agli sfollati. E non si accontenti della prima risposta che ricevera’.
E’ necessario affrontare e risolvere il problema, non continuare a girarci intorno scaricando il più possibile sui cittadini.