Senza voler sminuire gli effetti del sisma nella provincia di Pescara, appaiono quanto meno “dubbie” le inagibilita’ relative ai beni architettonici, in confronto a quelle dell’Aquila.
Come potrebbe essere forte il dubbio che si cerchi di dirottare, al di fuori dell’Aquila, una parte non congrua dei fondi della ricostruzione . Per “tranquillizzare” gli aquilani, forse e’ il caso si facciano dei “seri controlli” su questi numeri…
L’indagine e’ stata effettuata dal Centro Regionale Beni Culturali – ufficio del Servizio Beni Culturali che ha sede a Sulmona – ed intende fornire una panoramica sui beni culturali (chiese, palazzi, castelli, torri, …) insistenti nei comuni colpiti dal sisma. Partita dall’esame dei 57 Comuni inseriti nel Cratere, la ricognizione si e’ estesa anche a quelle realta’ che comunque, in maniera più o meno evidente, sono state coinvolte dal sisma. Per ognuno dei 111 Comuni schedati viene riportata, all’interno del sito abruzzo-cultura, una descrizione storico-artistica delle emergenze culturali, seguita dalla segnalazione dei danni subiti, desunti direttamente dagli Uffici Tecnici dei Comuni interessati o dai C.O.M. della Protezione Civile.
Dal documento allegato , abbiamo estrapolato un paio di grafici che lo sintetizzano, con i dati in percentuale.
Il primo grafico e’ relativo alle sole Chiese e Palazzi (con analoghe percentuali di inagibilita’ per L’Aquila e Pescara); il secondo considera tutti i beni architettonici verificati (in questo caso la percentuale di inagibilita’ a Pescara e’ del 52%, del 44% a L’Aquila)