Articolo da www.primadanoi.it
Nell’esecuzione dei lavori della sede della Facolta’ di Ingegneria dell’Universita’ dell’Aquila, a Roio, non ci furono verifiche e controlli e i lavori sono stati caratterizzati da errori nell’esecuzione.
Sono le risultanze della perizia sul crollo della struttura universitaria che secondo il Procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, in caso fosse avvenuto di giorno, avrebbe potuto provocare anche 2.000 morti.
Questo perché la zona interessata dai crolli più gravi era di solito frequentata da moltissimi studenti, ma per fortuna il destino ha voluto che la scossa devastatrice ci fosse alle 3.32 di notte.
E vengono così a galla alcuni errori umani che potevano veramente portare ad una tragedia senza eguali tra i giovani universitari che avevano scelto L’Aquila per compiere i propri studi.
«L’inopportuna modalita’ di esecuzione del sistema di appoggio della vetrata strutturale sovrastante l’ingresso principale – si legge nella perizia – ha fatto sì che i paramenti murali in blocchetti slittati sottostanti, mal eseguiti, abbiano impropriamente assunto la funzione di elemento strutturale. L’inadeguatezza – si legge ancora – di tali elementi ad avere valenza strutturale ha causato la gran parte dei crolli».
Per i consulenti nominati dalla Procura «dai documenti disponibili non emerge la sussistenza di verifiche e controlli relativamente alla correttezza delle lavorazioni suddette da parte della direzione lavori».
La combinazione degli errori di esecuzione ha prodotto «condizione di estremo pericolo per gli utenti degli edifici».
Il filone di inchiesta sul crollo della sede della Facolta’ di Ingegneria ha portato all’emissione di nove avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di disastro colposo.
La Procura della Repubblica ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini confermando il numero degli indagati (nove) e le ipotesi di reato.
Come per gli altri due filoni della maxi inchiesta sul terremoto (Casa dello Studente e Convitto nazionale) anche per questo crollo la Procura sta per formulare le richieste di rinvio a giudizio o le archiviazioni.
Intanto si pensa che entro il prossimo mese di luglio, ad un anno e tre mesi circa dal sisma del 6 aprile scorso, potrebbe svolgersi l’udienza preliminare per il crollo della casa dello studente, il primo filone della maxi inchiesta della Procura della Repubblica sul terremoto.
Di conseguenza si potrebbe sapere chi tra i 15 indagati sara’ processato per uno dei casi simbolo del sisma aquilano visto che nella struttura residenziale universitaria sono morti otto giovani.
Se la scadenza dovesse essere rispettata, allora si dovrebbe parlare di tempi record; in situazioni analoghe all’udienza preliminare si arrivò infatti dopo anni.
Solo la velocita’ della Procura de L’Aquila potrebbe così permettere di superare l’ostacolo del processo breve.