Procura DIA: allarme su infiltrazioni criminali, a L’Aquila servono più mezzi

Nel cratere del terremoto e’ sempre molto forte il pericolo di infiltrazioni di ‘ndrangheta, cosa nostra e, soprattutto, camorra’’. E’ un vero e proprio allarme quello lanciato da Olga Capasso, uno dei quattro magistrati assegnati dalla procura nazionale antimafia a quella distrettuale abruzzese per rafforzare la squadra che deve lavorare alla prevenzione dalle infiltrazioni della criminalita’ organizzata negli appalti legati all’emergenza e alla ricostruzione post-terremoto. “Stiamo lavorando – ha continuato la Capasso – la cosa difficile e’ che queste imprese non appaiono in prima persona, hanno tutte il certificato antimafia regolare, però andando a scovare si trova che le quote sociali sono possedute magari da camorristi, oppure che queste imprese che lavorano in Abruzzo e che hanno vinto appalti, sono collegate sistematicamente in Associazione temporanea di impresa con aziende calabresi legate alla ‘ndrangheta, e cosi’ via.

La difficolta’ e’ appunto riuscire a trovare – ha proseguito la Capasso – che dietro la faccia pulita di un’impresa in realta’ c’é la criminalita’ organizzata che mangia i soldi della collettivita’”. Il magistrato della procura nazionale antimafia, all’Aquila per fare il punto della situazione dell’attivita’ di prevenzione, si dice molto preoccupata e definisce la situazione legata al terremoto un vero e proprio allarme soprattutto alla luce del fatto che dopo la fase dell’emergenza si sta per entrare in quella della ricostruzione. “E’ un allarme che ho fatto presente anche alla Commissione antimafia – ha proseguito ancora la Capasso – e’ un allarme che condividono i miei colleghi che lavorano qui, la difficolta’ e’ riuscire a trovare questi collegamenti perché gli stessi sono molto subdoli, nessuna impresa che e’ stata sequestrata per collegamenti con la criminalita’ organizzata ovviamente si presenta qui”. Nel ricordare che in collegamento con la Prefettura e’ stata pronunciata la decadenza di due imprese con la revoca del certificato antimafia per infiltrazioni mafiose negli assetti societari, la Capasso ha denunciato che “sono tantissime le aziende in odore di criminalita’ organizzata che hanno operato in questa fase.

Per contrastare le infiltrazioni della criminalita’ organizzata ci vorrebbero più forze, più forze dell’ordine, più sostituti”. “Si tratta di un lavoro molto complesso fatto anche di ricerca sulla banca dati per collegare le cose, quindi in pochi non ce la facciamo. Il quadro e’ gia’ allarmante con l’emergenza, figuriamoci con la ricostruzione durante la quale oltretutto gli appalti sono dati ai comuni del cratere del terremoto e dal momento che in Abruzzo la corruzione e’ endemica, c’é anche questo pericolo. c’é il rischio che vengano dati appalti senza la certificazione antimafia”. Sull’inadeguatezza dell’organico, Capasso ha sottolineato: “a controllare questi appalti sono sola, sono applicata dalla Procura nazionale ma l’applicazione non e’ eterna, ci sono due colleghe che fanno altri processi, probabilmente tra qualche mese arrivera’ un altro collega a cui sara’ affidato anche questo processo, per ora sono sola naturalmente c’é anche il procuratore, ma indubbiamente servono più forze.