Le indagini sui crolli e l’inagibilita’, sancita poche ore dopo il sisma, dell’ospedale regionale San Salvatore dell’Aquila non possono essere concluse perché dalla Azienda sanitaria locale sono spariti alcuni importanti documenti. La procura della Repubblica non e’ ancora riuscita ad entrare in possesso di alcuni importanti documenti: in particolare, non sono state recuperate carte sulla complessa e lunga storia dei lavori di una struttura progettata negli anni ‘70 e costruita in fasi che si sono susseguite in oltre 30 anni.
Secondo quanto si e’ appreso, e’ questo il motivo per il quale i consulenti nominati dalla procura non hanno potuto ancora presentare la perizia e, conseguentemente, il procuratore capo, Alfredo Rossini, non può firmare gli avvisi di garanzia nei confronti dei presunti responsabili dei crolli.
C’é da sottolineare che il caso dell’ospedale San Salvatore avrebbe dovuto essere – come annunciato più volte dal procuratore Rossini – il quarto filone della maxi inchiesta. Ma il tutto ormai slitta da molte settimane: da fonti della procura é emerso che sono spariti dei documenti considerati preziosi senza i quali non si più andare avanti.
I vertici della Asl dell’Aquila stanno cercando le carte; comunque, se non verranno fuori in tempi rapidi, non e’ esclusa una nuova inchiesta visto che i magistrati potrebbero decidere di vederci chiaro ed indagare sull’ipotesi che i documenti siano stati fatti sparire di proposito da qualcuno perché forse prova di situazioni non legittime. Sull’ospedale c’é da ricordare un episodio che ha fatto riflettere i magistrati, capitato a fine giugno quando un cittadino trovò nella propria auto un dischetto lasciato lì da un anonimo indirizzato alla Procura.
Nel dischetto, consegnato ai magistrati, c’erano innumerevoli tavole riguardanti planimetrie e progetti dell’ospedale San Salvatore, un materiale cospicuo ritenuto utile. La inagibilita’ dell’ospedale San Salvatore provocò polemiche ed anche qualche imbarazzo visto che – secondo molti, anche tecnici – ci si attendeva che una struttura pubblica così importante potesse avere più resistenza.
Le immagini dei feriti per il terremoto curati all’aperto hanno fatto il giro del mondo. L’assetto originario dell’ospedale San Salvatore non e’ ancora stato ripristinato, quindi e’ ancora una struttura a mezzo servizio, nonostante la Asl abbia presentato un piano di interventi. La procura ha dissequestrato in tempi brevi le parti oggetto dell’inchiesta dove i consulenti hanno operato in tempi brevi.