“La più grande sfida dell’Abruzzo per i prossimi anni, sul piano della programmazione economico-finanziaria, e’ la ricostruzione del centro storico de L’Aquila e la sua rinascita sul piano sociale, culturale ed economico. Nel mio intervento in aula sul Dpefr ho detto che avrei dedicato le prime dieci pagine del documento alla ricostruzione del centro storico, rispetto alla proposta di Chiodi che non dedica un rigo a questo che evidentemente non ritiene un obiettivo strategico della Regione. Chiodi si e’ poi disimpegnato nella rappresentazione di una versione “inerziale” del presente e del futuro della Regione, assumendo come merito personale la riduzione dell’ammontare delle rate di ammortamento dei mutui della Sanita’, dipesa esclusivamente dall’abbattimento dei tassi conseguente alla riduzione del costo del denaro o la riduzione del debito, derivante dal semplice pagamento delle rate di mutuo.
Per compensare questo comportamento inconsistente l’Italia dei Valori ha presentato emendamenti puntuali, che esprimono un approccio aderente alla realta’, come quello che impegna la Regione a conservare, migliorandola e rendendola più efficiente e trasparente, la gestione pubblica dell’acqua; come quello che impegna la Regione ad adottare una normativa che impedisca il ripetersi di situazioni scandalose, oltre che inaccettabili per il mercato (ad esempio quella che ha visto, nel settore dei rifiuti, in posizione sostanzialmente monopolistica, lo stesso gruppo imprenditoriale privato occuparsi sia della raccolta, che dello smaltimento dei rifiuti); come quelli a favore degli studenti universitari de L’Aquila, per i trasporti, per la residenzialita’, per l’esonero delle tasse universitarie.
Non e’ vero che i soldi mancano; i soldi mancano perché la politica e’ senza coraggio e non decide. E Chiodi ha deciso di non decidere, lasciando invariata la quota del 90% delle entrate della Regione che una Sanita’ allo sbando sottrae ogni anno allo sviluppo ed alla occupazione