L’Aquila – migranti e tessuto sociale

La ricostruzione del tessuto sociale. Un impegno non secondario alla ricostruzione materiale. Articolo tratto da amisnet.org e relativo ai lavoratori stranieri presenti in citta’.

In Abruzzo vivono moltissimi migranti, giunti da poco tempo o da molti anni; macedoni, albanesi, rumeni impiegati per lo più nella pastorizia o nell’edilizia, ma anche studenti liceali e universitari. A seguito del terremoto, alcune realta’ associative, come l’Arci, hanno deciso di unirsi insieme e creare un coordinamento migranti, che ha preso il nome di “Ricostruire insieme”. Il collettivo, ci ha raccontato Mario Alaggio, volontario dell’Arci, e’ nato dalla necessita’ di essere presenti nella quotidianita’ delle persone di origine straniera colpite dal terremoto. Ricostruire il tessuto sociale. questo l’aspetto più importante su cui il coordinamento si sta focalizzando, perche’ la disgregazione e’ ancora forte, soprattutto per chi, come i migranti di breve corso, non gode di una forte rete sociale.


La ricostruzione, materiale e culturale, sta procedendo, ma i tempi purtroppo sono ancora lunghi. Quasi un quarto degli 80mila residenti dell’Aquila riceve un sussidio di disoccupazione dal governo mentre più di ventimila sono sparsi nella regione in case provvisorie, fra cui tredicimila in hotel e ottomila in case sulla costa adriatica. Secondo il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente, sono ancora trentamila gli aquilani costretti a vivere lontano dalla loro citta’.

In molti poi, pur di non lasciare il capoluogo, hanno preferito restare nelle tendopoli nonostante il freddo che gia’ si fa sentire in questo avvio della stagione invernale, più di duemila persone (ndr dati non aggiornati) ospitate nelle 41 tendopoli ancora attive a L’Aquila e nei comuni del cratere; mentre molti altri, pur di non allontanarsi dalla zona in cui vivevano, si stringono nelle case dei familiari che gli danno ospitalita’.

Come Mario, operaio edile di origine macedone. Mario avrebbe potuto accettare l’alloggio che gli offriva la protezione civile, ma ha preferito rimanere dove viveva, per permettere ai suoi figli di continuare la loro vita di sempre. Ancora un tentativo di ricostruire il tessuto sociale.

Anche Alexian Santino Spinelli, musicista e professore di cultura romanì, rom abruzzese, sta dando il suo contributo alla ricostruzione culturale, organizzando concerti in solidarieta’ con l’orchestra sinfonica abruzzese, disgregata dal terremoto.