La tensione e’ alta tra gli oltre 200 sfollati delle case popolari di via Amiternum. Gli undici palazzi tutti gravemente danneggiati sono rimasti così come li ha ridotti il terremoto del sei aprile, i progetti di ristrutturazione sono ancora in alto mare, di puntellamenti neanche l’ombra. Solo una parte di inquilini ha ottenuto un’assegnazione di un appartamento del progetto Case, gli altri sono ospitati negli alberghi fuori citta’.
I palazzi sventrati restano così incustoditi e i furti si ripetono.
Un inquilino ci mostra in lacrime i segni di scasso sul portone di casa
, e ciò che resta del suo guardaroba e dei suoi quadri, ovvero solo i chiodi a cui erano appesi.
A far traboccare il vaso e’ però la comparsa, sulle aree verdi delle case popolari, di piattaforme di cemento armato e container che ospiteranno, a quanto pare, la sede di un associazione culturale e attivita’ commerciali.
Nel servizio interviste agli inquilini e a Pio Rapagna’, dell’associazione Mia Casa.
Sull’argomento interviene Ugo Centi su il Controaliseo
Quelle domande sulle case
Nel mese di ottobre si riunì all’Aquila la commissione del consiglio regionale che si occupa di territorio. Una riunione sollecitata dall’associazione “Mia Casa” di Roseto. Si doveva discutere, infatti, del problema delle case popolari danneggiate dal sisma. Ebbene, durante i lavori sorse una domanda:
come mai il Comune del-l’Aquila si era visto assegnare dalla Regione 43 milioni di euro per riparare qualche centinaio di case mentre l’Ater, che di case ne gestisce migliaia, aveva avuto solo 107 milioni? A qualche commissario, in particolare al consigliere De Matteis, la cosa apparve sproporzionata. Tanto da chiedere l’audizione del sindaco Cialente. Il quale, però, benché ufficialmente convocato, non si presentò la settimana successiva. I commissari dovettero così accontentarsi della visita, avvenuta con più di due ore di ritardo, del solo vicesindaco aquilano. Ora, pare d’interesse pubblico chiedere: quella Commissione consiliare regionale, presieduta dal consigliere Luca Ricciuti, ha ancora la curiosita’ di sapere le ragioni della sproporzione? E se nel frattempo dovesse averle individuate, o ottenute in risposta, non ritiene di renderle di dominio pubblico?