Ecosistema Scuola 2018, l’indagine annuale di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio scolastico e dei servizi educativi, presentato a Napoli nel corso del Forum Scuola, vede in cima alla classifica Bolzano e Trento, due realtà particolarmente virtuose in tema di sicurezza (tutti gli istituti presentano le certificazioni di agibilità, collaudo statico, prevenzione incendi, agibilità igienico sanitaria e hanno effettuato i monitoraggi per radon e amianto), e di innovazione, con il 6% di edifici costruiti secondo i criteri della bioedilizia a fronte di una media nazionale che non raggiunge l’1%, frutto di una chiara scelta di governance confermata anche dalla spesa per la manutenzione straordinaria degli ultimi cinque anni, pari a circa 175mila euro per edificio, cioè circa dieci volte la media nazionale. Un mix di programmazione, di investimenti costanti e di innovazione che è mancato soprattutto alle regioni del sud Italia e delle isole, le cui città capoluogo sono tutte dopo la trentesima posizione in graduatoria ad eccezione di Cosenza (17° posto), con Reggio Calabria, Palermo, Latina (l’unica del centro Italia in questa posizione di coda), Foggia e Messina che chiudono la classifica.
Una situazione preoccupante dal punto di vista della sicurezza, perché ai minori controlli corrisponde una maggiore fragilità sismica del territorio (al sud tre scuole su quattro sono in area a rischio sismico, con la Sicilia che vede interessate quasi il 98,4% delle scuole, con una percentuale di verifica di vulnerabilità sismica ferma al 2,4%) anche se con alcune eccezioni, come la già citata Cosenza (17º) che oggi ha tutte le scuole con le certificazioni richieste, grazie ad un abile reperimento di fondi nazionali e regionali e Ragusa (48º) che si è dimostrata virtuosa nel recepire e spendere i fondi regionali a disposizione per la manutenzione straordinaria.
LA SITUAZIONE IN ABRUZZO
Sono Chieti (36º), L’Aquila (38º) e Teramo (70º) a partecipare all’indagine di Ecosistema Scuola sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi, mentre Pescara non invia alcun dato.
Tra questi Chieti e L’aquila le ritroviamo intorno a metà classifica dei Comuni capoluogo mentre Teramo nella parte bassa.
Tutti e tre i Comuni hanno scuole poste in edifici nati con questa destinazione d’uso, nessuno risulta edificato secondo i criteri della bioedilizia, il 34,1% con criteri antisismici, questo nonostante il territorio abruzzese negli ultimi dieci anni (2009 e 2016/17) sia stato colpito da forti eventi sismici, con conseguenze anche sugli edifici scolastici.
A L’Aquila, dopo il sisma del 2009, su 58 edifici scolastici ben 28 sono MUSP (Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio).
Moduli che, come si evince dal significato della sigla, dovrebbero invece svolgere funzione di sostituzione dell’edificio scolastico solo provvisoria. Buono il dato sulla verifica di vulnerabilità sismica che risulta effettuata sul 98,3% degli edifici.
Le scuole in possesso del certificato di agibilità (51,3%), certificazione igienico sanitaria (51,3%) e con impianti elettrici a norma (65%) sono sotto la media nazionale, quelle con certificato di prevenzione incendi (66%) e scale di sicurezza (57,3%) si posizionano sopra, mentre sono in linea con il dato nazionale quelle con certificato di collaudo statico (53,8) e requisiti di accessibilità (81,4%).
Le indagini diagnostiche dei solai risultano eseguite solo su una scuola su tre (32,2%), in seguito ai controlli sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza sull’8,5%.
Negli ultimi 5 anni il 72,6% degli edifici scolastici abruzzesi risulta aver beneficiato di interventi di manutenzione urgenti, nonostante questi interventi siano stati a carattere così diffuso le amministrazioni dichiarano un’esigenza di interventi urgenti sul 74,4% delle scuole.
Le motivazioni di questa significativa esigenza di manutenzione trovano probabilmente risposta nell’entità di soldi spesi per gli interventi realizzati. Negli ultimi 5 anni, considerata la media annua a edificio scolastico, risultano spesi poco più di 2mila euro per la manutenzione straordinaria e di mille euro per quella ordinaria, contro una media nazionale rispettivamente di quasi 18mila euro e di 7mila euro.
Va tuttavia evidenziato come Teramo sia la città che in Italia, considerata la media a edificio ha beneficiato di maggiori finanziamenti regionali (fondi per il sisma).
Negative le performance su mobilità casa-scuola: solo il 21,1% degli edifici è raggiunto da scuolabus, nessun servizio di pedibus risulta attivato. Le scuole dei tre Comuni capoluogo hanno a disposizione attraversamenti pedonali (64,4%) e aree di sosta per le auto (72,2%), mentre semafori pedonali sono presenti solo per l’1,1%.
Gli edifici con impianti di energia rinnovabile sono il 29,1%, tra questi tutti sono dotati di fotovoltaico, il 64,7% il solare termico.
Se due Comuni su tre (Chieti e Teramo) dichiarano di aver effettuato il monitoraggio sulla presenza di amianto, non risultano casi certificati di presenza.
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