A seguito delle numerose segnalazioni su emissioni odorigene irritanti e nauseabonde pervenuteci dalla popolazione dell’Alta Valle dell’Aterno (avvertiti soprattutto nelle ore notturne) torniamo nuovamente a far presente la situazione drammatica che si è venuta a creare a seguito dell’utilizzo dei rifiuti (CSS – combustibili solidi secondari) come co-combustibile nel cementificio di Cagnano Amiterno.
Rappresentiamo di nuovo la pericolosità di questa operazione, che come dimostrato ampiamente in molti studi, ultimo quello del CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche dell’ottobre 2017, produce un inquinamento ambientale dannoso per la salute delle persone, con aumento della mortalità per malattie del sistema respiratorio e circolatorio oltre che per tumore del sistema linfoemopolietico.
Alla luce dei dati pubblicati dal CNR – che non hanno avuto alcuna risonanza sui media nazionali – il Ministro Costa ha disposto la modifica dell’art. 35 dello Sblocca Italia, intendendo non puntare più sull’incenerimento che produce il suddetto inquinamento ambientale (si precisa che per i cementifici è 11 volte superiore a quello degli inceneritori, sempre dimostrato da studi di enti accreditati), bensì sulla differenziata di qualità e sull’economia circolare.
Gli ultimi accertamenti hanno inoltre evidenziato che il CSS contiene quantità di alluminio metallico che ha effetti negativi su resistenza meccanica e durabilità del cemento, con gravi ricadute sulla sicurezza delle costruzioni.
Ricordiamo infine di aver più volte lamentato l’assenza di controlli e monitoraggi richiesti alla ASL – all’ARTA – al Comune di Cagnano Amiterno e alla Regione e di essere stati sempre ampiamente rassicurati dal vice-presidente della Regione Giovanni Lolli, dal consigliere Pierpaolo Pietrucci, nonché dal Sindaco di Cagnano Amiterno Iside Di Martino.
Quest’ultima – anche nel corso di un recente Consiglio Comunale – ha sempre parlato di una presunta collaborazione in corso con l’Università dell’Aquila per la realizzazione di un sistema di monitoraggio all’avanguardia, ma sono trascorsi numerosi mesi senza che il tanto decantato progetto sia mai stato concretizzato.
Ci aspettiamo pertanto che dette Amministrazioni escano finalmente dall’inerzia degli ultimi mesi e portino avanti le istanze del territorio anche con azioni legali a salvaguardia della salute dei loro concittadini, anche in virtù della diffida che gli stessi Comuni del territorio “Alta Valle Aterno” hanno notificato alla Regione, ancora senza alcun esito.