CASTELLUCCIO DI NORCIA, A RISCHIO SEMINA E FIORITURA

Castelluccio, sognando la fioritura: “Che il terremoto non ci tolga anche questo”

Dopo il sisma del 30 ottobre le vie di accesso all’altopiano non sono ancora state ripristinate. Difficile per i mezzi agricoli raggiungere il borgo di Norcia in tempo per la semina della lenticchia che dovrebbe avvenire entro marzo. A rischio non solo la produzione ma anche la fioritura, attrazione naturale ammirata da 250mila turisti ogni anno

di BENEDETTA PERILLI, Repubblica.it – È morto senza poter tornare a seminare la sua lenticchia. Aveva 87 anni, si chiamava Amilcare Testa ed era l’agricoltore più anziano della frazione del comune di Norcia. Come gli altri coltivatori dell’altopiano sognava di tornare a colorare il tappeto che ricopre questo lembo di terra, che si apre a 1300 metri di altezza sull’Appennino umbro-marchigiano, dando vita attraverso la semina della lenticchia a una delle fioriture più spettacolari del mondo.

Amilcare si è spento lo scorso 25 marzo, una settimana prima aveva manifestato per l’ultima volta. Insieme al suo trattore, alla moglie Flora e agli amici di una vita, era stato a capo della sfilata di protesta per chiedere il ripristino della viabilità verso Castelluccio, così da seminare e raccogliere i frutti di un prodotto simbolo delle aree terremotate che alimentava un importante indotto economico e occupazionale e svolgeva da traino per il turismo e per l’intero settore agroalimentare. Per lui gli agricoltori della zona hanno spento i trattori per un minuto, un minuto di silenzio per ricordarlo.

Dopo il sisma del 30 ottobre Castelluccio è distrutto e le strade che conducono al paese sono tutte impraticabili. La stagione della semina cade a inizio marzo e l’accesso all’altopiano è ancora impossibile. Con una corsa contro il tempo Regione, Anas, Coldiretti e cooperative di agricoltori lavorano da giorni per trovare una soluzione che salvi semina e fioritura, prevista in tempi normali da maggio e luglio, in attesa della riunione a Norcia con l’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, che dovrebbe definire la situazione.

“Nei prossimi giorni, in maniera straordinaria e sotto stretta vigilanza dell’Anas, dovrebbe riaprire il traforo San Benedetto di Forche Canapine e consentire il passaggio di un convoglio scortato di mezzi privati e mezzi dell’esercito per trasporto di sementi e macchine agricole come le seminatrici”, così Stefano Nardi di Coldiretti Umbria. “Il convoglio si muoverà in una o due giornate ma gli agricoltori chiedono una ulteriore concessione, ovvero che sia aperto anche un passaggio giornaliero, uno diurno e uno serale, per permettere loro di andare e tornare da Castelluccio. Su questa richiesta è in corso una contrattazione”.

La semina e la raccolta sono operazioni che possono occupare fino a due mesi di tempo. Lunghi periodi durante i quali i lavoratori chiedono di non dormire a Castelluccio, dove attualmente non ci sono ricoveri, ma di poter tornare a Norcia dove molti hanno aziende agricole e bestiame da seguire. Le autorità parlano della possibilità di costruire dei ricoveri mobili o di disporre l’ospitalità dei coltivatori negli unici due residence ancora agibili della zona.

“Non si tratta solo della notte – spiega Gianni Coccia, della Cooperativa Lenticchia di Castelluccio che insieme al fratello Sante e agli altri ha dormito nel trattore parcheggiato in un presidio nei pressi di un’area commerciale di Norcia. “Il problema è che dobbiamo tornare dai nostri animali e che così rischiamo di rimanere isolati per due mesi a Castelluccio. E se ci fosse un guasto a una macchina? E se ci fosse la rottura di un mezzo? Non possiamo fare 90 chilometri per andare e 90 per tornare ogni giorno, chiediamo la possibilità di aprire un passaggio da Campi di Norcia. Ci hanno informato che da domani verranno caricati i camion dell’esercito con sementi e macchinari, quindi crediamo di riuscire a salire entro la settimana. Da parte nostra abbiamo già pronti e schierati i venti trattori che andranno a Castelluccio”.

Tutto pronto insomma per la partenza del convoglio ma resta da sciogliere il nodo sul passaggio giornaliero. Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno assicura che la semina avverrà ma si dichiara amareggiato. “Delle dodici richieste fatte dagli agricoltori ne abbiamo soddisfatte undici, solo una deve rimanere temporaneamente non evasa per motivi di sicurezza ma continuiamo a lavorare per trovare una soluzione”.

Dopo la semina però il problema sarà la fioritura e il ripristino della provinciale 477 attraverso la quale i turisti potranno raggiungere l’altopiano. “Per giugno – spiega Coccia – le autorità garantiscono che il vecchio percorso sarà attivato”. Intanto su Change.org è attiva una petizione che chiede la riapertura della strada e su Worth Wearing la campagna di raccolta fondi “Resto in piedi sono Castelluccio”. Il promotore si chiama Daniele Testa, nato a Roma da padre originario del piccolo borgo della Valnerina, dallo scorso ottobre si è trasferito in Umbria per contribuire attivamente alla rinascita di Castelluccio