Il direttore d’esercizio Marco Cordeschi, sottolinea in una nota l’inopportunità del provvedimento, riassumendo e spiegando quanto avvenuto sulla seggiovia Fontari di Campo Imperatore.
LA NOTA INTEGRALE
“Ho ritenuto doveroso riassumere, per informazione pubblica, alcune circostanze di carattere tecnico riguardanti l’avvenuta chiusura della seggiovia “Fontari – Campo Imperatore” e la conseguente inattività della stazione sciistica.
Fin dal dicembre 2013, non appena ho nuovamente assunto le funzioni di direttore di esercizio, in considerazione delle ben note condizioni di obsolescenza della seggiovia – che dal 2012 attende l’esecuzione dei lavori di revisione generale programmata e che dovrebbe essere sostituita nel corso dell’anno corrente – concordemente ai Capi Servizio ed al personale tecnico abbiamo inteso intensificare oltremodo i controlli periodici sulle parti dell’impianto che, a nostro giudizio, presentano maggiori criticità, in maniera da assicurare costantemente il rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza per i viaggiatori.
Nel rigoroso rispetto della legge (che a nessuno può essere consentito di discutere in termini volgari), la seggiovia, prima dell’avvio della corrente stagione invernale, era stata sottoposta alla annuale visita di collaudo – tenutasi alla presenza dell’architetto unico funzionario tecnico della sezione U.S.T.I.F. di Pescara – terminata con esito favorevole e senza nuove prescrizioni.
Dopo alcuni giorni di esercizio, il 19 febbraio, nel corso dei controlli quotidiani è risultata una indicazione di danno ad un componente di una morsa di un veicolo; conseguentemente ho disposto la chiusura al pubblico dell’impianto dandone comunicazione immediata agli Enti di sorveglianza nel pieno rispetto di quanto previsto per legge. Contestualmente ho inteso estendere a tutti i componenti uguali a quello risultato danneggiato, un più approfondito controllo a vista; da esso è risultata la presenza di altri 11 componenti con indicazioni di difetto.
Sentito, quindi, il costruttore dell’impianto, non essendo possibile prevedere la sostituzione dei pezzi difettosi che risultano, da anni purtroppo, fuori produzione, abbiamo concordato di eseguirne un intervento di riparazione e di prevedere poi il controllo quotidiano a vista di tutti i componenti in questione.
Completato il lavoro di riparazione, ho inviato, nei termini di legge, una relazione scritta agli stessi Enti di sorveglianza ed ho disposto la riapertura al pubblico dell’impianto. Nei giorni successivi l’esercizio non ha manifestato alcun inconveniente ed i suddetti controlli quotidiani hanno dato esito favorevole.
Dopo una settimana dalla riapertura della seggiovia, il giorno 2 marzo, ho ricevuto comunicazione telefonica dal signor presidente del C.T.G.S. s.p.a., della ricezione di una nota dell’U.S.T.I.F. di Roma (prot.1221 del 2 marzo 2017) con cui veniva disposta la immediata chiusura al pubblico della seggiovia in oggetto (e dunque dell’intera stazione sciistica di Campo Imperatore).
Pur dovendone rispettare assolutamente il contenuto, a mio giudizio, il provvedimento rilasciato dall’ufficio ministeriale preposto è da considerarsi inopinato. Ciò in ragione, soprattutto, di due circostanze: innanzitutto la mancanza di qualsiasi interlocuzione dell’Ufficio con il direttore di esercizio per la richiesta di chiarimenti e/o per la richiesta di eventuali ulteriori approfondimenti o integrazioni sulla relazione da questi inviata; inoltre la mancanza di un riscontro tecnico diretto, in situ, per la eventuale verifica della qualità e della natura del difetto.
Ad ogni buon conto, dando seguito alle indicazioni desunte dalla nota ministeriale e con doveroso rispetto della stessa, ho fatto eseguire da una ditta specializzata, nella giornata del 3 marzo, un controllo magnetoscpico e visivo, sul 100% delle morse della seggiovia, dal quale non sono risultati difetti.
In questo momento non sono in condizione di sapere se e quando la seggiovia potrà essere nuovamente riaperta al pubblico.
Rispetto al mio operato, come a quello dei Capi Servizio, del personale tecnico e, dunque, della società concessionaria C.T.G.S. s.p.a., posso affermare che sia le operazioni di manutenzione periodica e programmata, sia i connessi controlli non distruttivi, sia le procedure di controllo periodico previste, sono state responsabilmente eseguite nel pieno rispetto della legge.
Anche in ragione di ciò non intendo ormai tacere su una circostanza che considero possa essere stata influente sulla inopinata decisione dell’U.S.T.I.F. di Roma, ovvero quella inerente la pubblicazione di alcune dichiarazioni rilasciate da qualcuno ad un quotidiano locale secondo le quali “Gli impianti sono stati aperti con danni gravi mettendo a rischio l’incolumità delle persone. Il Comune faccia chiarezza sui responsabili”, oppure ancora “Hanno aperto l’impianto con il rischio di provocare una tragedia”.
Pertanto nel rilevare che questi interventi inopportuni, quantomeno censurabili, fatti da chi, peraltro, non ha competenza sull’argomento in questione, hanno contribuito a creare un clima di sospetto – per alcuni versi diffamante verso la società e verso chi scrive – che sicuramente ha avuta eco anche nelle sedi ministeriali, confido sul fatto che, oltre me, anche il personale tecnico, il Centro Turistico Gran Sasso s.p.a. ed il Comune dell’Aquila, vogliano tutelare nelle opportune sedi i propri interessi e la propria immagine”.