«Rischio di perdere il lavoro ». «Mi preoccupa il futuro dei miei figli». L’orizzonte è incerto, l’economia torna a far paura. Riprendono ad agitarsi i fantasmi della crisi.
Non solo. Nella nuova mappa delle paure, è la natura la vera emergenza, con terremoti e frane ad angosciare più di un italiano su tre. Cala invece l’allarme criminalità, mentre il terrorismo si conferma una formidabile fabbrica del panico.
A misurare le nostre preoccupazioni è il decimo rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, realizzato da Demos& Pi e Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis. I risultati? L’insicurezza globale si conferma al primo posto: «La distruzione dell’ambiente» allarma il 58% degli italiani, «l’inquinamento » il 55%, «la sicurezza dei cibi» il 47%, «gli atti terroristici » il 44% e «i disastri naturali » il 38%. In particolare la paura per terremoti, frane e alluvioni, dopo le ultime tragedie che hanno colpito il Centro-Italia e l’Abruzzo, è cresciuta di ben 13 punti rispetto allo scorso anno. Aumenta anche l’allarme terrorismo, soprattutto dopo gli attentati in Francia e in Germania (29% nel 2010, 44% nel 2017).
Al secondo posto si piazza l’insicurezza economica (63%), che dopo alcuni anni di calo (22 punti in meno dal 2012 al 2016) ricomincia a salire e, pur non raggiungendo i picchi del 2012, torna ai livelli del 2007.
Tra le paure economiche, in testa c’è quella di «non avere o perdere la pensione» (38%), seguita dalla «disoccupazione» (37%), che cresce di 3 punti rispetto al 2016. Aumenta l’angoscia di «non avere abbastanza soldi per vivere». Anche l’insicurezza legata alla criminalità resta alta, ma cala il numero di italiani che vede i reati in aumento.
I più preoccupati sono le donne e gli elettori della Lega.
E ancora: cresce la paura dello straniero. Il 39% vede l’immigrato come un’insidia per l’ordine pubblico e il 36% come minaccia per l’occupazione. Timori cresciuti di 5 punti rispetto al 2016. Anche questo spiega perché «oggi – scrive il direttore del rapporto, Ilvo Diamanti – coloro che ritengono opportuno mantenere la libera circolazione dei cittadini, fra i diversi Paesi, sono una minoranza».
Infine, aumenta la preoccupazione per l’instabilità politica (colpisce il 56% degli italiani), dopo tre anni di forte diminuzione. Non è un caso se nei principali tg nazionali, nonostante le notizie ansiogene siano calate in dieci anni dal 28 al 20%, si affacci come nuova voce dell’insicurezza proprio la sfiducia nella politica. Scompare tra le “paure telecomandate” l’insicurezza economica (1% di visibilità): insomma i tg non ne parlano, ma i cittadini la sentono. E poi Paese che vai, paure che trovi: in Italia, Spagna e in parte in Francia sono i temi economici e del lavoro a dominare l’agenda politica suggerita dai cittadini. In Germania e Regno Unito sono invece immigrazione e terrorismo. Quanto all’Europa, pur nella forte disillusione generale, la maggioranza degli italiani continua a ritenere «necessaria » l’unità. Al punto che in caso di referendum, il 60% sceglierebbe di restare nella Ue e nell’euro.
Quel che è certo è che l’orizzonte resta senza garanzie: «Il ritratto sempre più sbiadito dell’Europa politica concorre ad alimentare la nostra insicurezza – conclude Diamanti – gli immigrati, i profughi, gli stessi terroristi, l’Europa-che-ancora- non-c’è, i terremoti, le catastrofi naturali non hanno un nome, non hanno un volto. Ne hanno molti, mutevoli e cangianti. E per questo incombono su di noi. Più opprimenti di prima».
Fonte: Repubblica.it