PANICO DA TERREMOTO: «NON ISOLARSI E CONDIVIDERE LA PAURA»

Condividere la paura e fare gruppo, evitando assolutamente di isolarsi. Contro il panico da terremoto, come quello scatenato dalle nuove scosse di oggi nell’Italia centrale già colpite dal sisma, è questa la prima misura da mettere in atto, la ‘terapia d’urto’. Una prima risposta per ‘contenere’ l’impatto emotivo indicata dal presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, che sottolinea però al contempo come il passo successivo sia quello di imparare a gestire la ‘paura prolungata’, soprattutto nelle zone già devastate e sottoposte a scosse continue anche negli ultimi mesi.

Non isolarsi. La prima misura per gestire il panico, spiega Mencacci, “è passare da una condizione di totale individualità ad una condizione collettiva: far sentire le persone coese e condividere la paura è la ‘terapia d’urgenza’. Una modalità che, d’altronde, si determina spesso anche spontaneamente quando si formano i ‘capannelli’ dopo un evento, con una sorta di effetto consolatorio”.

Al contrario, avverte Mencacci, “chi si isola e rimugina, si espone di più alle conseguenze dello stress cronico, che sono depressione ed ansia ma pure un maggior rischio di patologie cardiovascolari”. Dopo l’immediato, però, emerge il problema di gestire la paura costante, condizione che ormai attanaglia quotidianamente le popolazioni dell’Italia centrale per le scosse costanti degli ultimi mesi: “Certamente una situazione molto difficile – afferma Mencacci – ma che va affrontata rimanendo concentrati sui fatti ed ‘appigliandosi’ saldamente ai dati di realtà. In questa situazione è infatti molto comune che a prendere il sopravvento siano invece solo emotività e pensieri negativi”. Lo sforzo, sottolinea, è ” far capire alle persone colpite che anche questa è ‘normalità’, perchè anche gli eventi negativi sono ‘normalità’ della vita, ma l’importante è affrontarli essendo preparati al meglio possibile e sapendo cosa fare. In questo senso, fondamentale, nelle zone del sisma e non solo, è la l’addestramento costante a come affrontare il terremoto”.

fonte: repubblica.it

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