TERREMOTO E NEVE: PRECISIAMO LE RESPONSABILITÀ

23 GEN. – di Carla Liberatore Dal non ‘poter prevedere’ il terremoto, al poterlo intuire o quanto meno attendere, il passo è breve. Mentre invece le condizioni metereologiche sono del tutto prevedibili già da qualche decennio.

Venendo alle precise responsabilità innanzitutto per i morti di Rigopiano qualcuno dovrà pagare!

Dell’emergenza neve e della concreta possibilità che si verificasse una forte nevicata in tutto l’Abruzzo, i servizi meteo avevano avvisato da una settimana prima e gli enti locali preposti avevano il preciso dovere sia di stare in allerta e sia di applicare al massimo delle risorse, quello che viene definito il ‘piano neve’. Tutto questo non c’è stato e il risultato è che moltissimi comuni in ogni provincia dell’Abruzzo sono rimasti bloccati da folte coltri di neve e senza corrente elettrica.

Dunque le prime responsabilità bisogna addurle alle amministrazioni locali quanto al servizio di erogazione dell’energia elettrica, sempre molto solerte nello staccare utenze in caso di morosità anche minima.

Il giorno di mercoledì 18 gennaio 2017 rimarrà impresso nella mente e nel cuore di migliaia di persone e sarà impossibile dimenticarlo almeno per questa generazione.

Non è concepibile che una regione come l’Abruzzo, densa di località montane e puntualmente a rischio di forti nevicate in pieno inverno, come del resto è giusto che sia, si lasci tradire dall’impasse di non saper come fronteggiare una condizione meteo così avversa e non abbia sufficienti risorse, almeno in apparenza, per riuscire a liberare strade principali e secondarie con i dovuti mezzi spazzaneve.

In poche ore siamo diventati la barzelletta per il mondo intero, oserei dire: per l’ennesima volta.

E ci sarebbe quasi da ridere se questa ‘barzelletta’ non fosse vera e non avesse generato non solo disagi immani, ma anche paura, panico e vittime, oltre a danni incalcolabili alle numerosissime aziende agricole che sono fonte principale di prodotti alimentari nella regione.

Sussistono delle precise responsabilità e sono sotto gli occhi di tutti, pertanto nessuno degli amministratori locali pensi di poterle scaricare a qualcun altro o addurle a qualsivoglia eventualità esterna. Ognuno si assuma le sue e le procure delle provincie abruzzesi si attivino subito per far sì che i colpevoli di tali situazioni vengano perseguiti legalmente e traggano insegnamento dai propri errori.

Detto questo, espongo il mio personale racconto della giornata di mercoledì 18 gennaio:

Ore 10,29, prima scossa forte, 5.6 gradi richter come riportato dal sito internazionale EMSC, durata incessante, sembrava non finire mai, danni in casa per suppellettili caduti, primo livido alla mano destra per potermi reggere in piedi durante la botta. Un istante dopo apro la porta e trovo come del resto già sapevo, una coltre di neve di quasi un metro davanti all’uscio e sopra il ballatoio che mi permetterebbe una via di fuga. Ma pur avendo una possibilità di fuggire da lì, avrei comunque l’auto completamente ricoperta e intorno talmente tanta neve che non potrei in nessun modo uscire. Nevica da 48 ore abbondantemente e incessantemente, in tutto questo tempo degli spazzaneve nemmeno l’ombra. Decido dunque di chiamare i carabinieri al numero di emergenza facendo presente la situazione. Con un abile e gentile ‘scaricabarile’ mi passano un qualche ufficio comunale presso il quale mi risponde una signora che mi dice che non è una loro responsabilità il mancato passaggio degli spazzaneve poiché il nostro Comune ha affidato le operazioni a una ditta esterna tramite regolare appalto. Ebbene, la prima risposta che mi son data in quel momento è stata che sicuramente tale appalto ha contemplato un ribasso talmente improbabile che effettivamente il servizio che la ditta vincitrice era stata chiamata a svolgere, non si è potuto fare per mancanza di risorse e mezzi economici necessari. Ecco, questo è stato il primo risultato, in zona Arischia, laddove alloggiano molte persone anziane con malattie importanti, alle ore 10,45 del mattino del 18 gennaio 2017 a pochissimi minuti dalla prima scossa e ad altrettanti dalle prossime che si sarebbero verificate. Tento di fare il solito giro di chiamate per sincerarmi che parenti e amici stessero bene ma le linee erano tutte saltate. Consultandomi con i vicini a pianoterra e con quelli sul piano rialzato dove alloggio nel comprensorio dei MAP, decidiamo ognuno di noi con i propri mezzi di fortuna di cercare di liberare i passaggi. Con la mia vicina di fianco ci siamo messe a scavare nella neve con le palette per raccogliere l’immondizia, liberando piano piano il ballatoio e nel frattempo si sono susseguite le altre sei scosse forti che ci hanno beccato ad entrambe proprio su quel ballatoio fatto di ferro e tubi innocenti. Innocentemente e irresponsabilmente abbiamo continuato a scavare. Al pianoterra intanto gli altri vicini con altrettanti improbabili mezzi, tentavano di liberare sia il passaggio per le macchine parcheggiate sommerse dalla neve e sia la strada ormai invasa dalla coltre bianca. In 48 ore abbiamo visto il passaggio di un solo piccolo bobcat che alla neve a terra e che stava scendendo copiosamente gli ha fatto meno di un baffo. Non appena sono state ripristinate anche se momentaneamente le linee telefoniche, ho potuto chiamare conoscenti ed amici in altre zone dell’Aquila: Valle Pretara tutto bloccato e cittadini chiusi in casa con le scosse, Collebrincioni non ne parliamo nemmeno, Assergi peggio che andar di notte, Scoppito e Pizzoli idem dicasi e potrei continuare per una giornata intera.

Solo grazie all’impegno di noi cittadini del luogo, spesso vessati da improbabili tasse comunali atte a garantire un sereno soggiorno, tra cui una quota di circa 30 euro mese o anche più per gli appartamenti più grandi, che dovrebbe stabilire una pulizia delle strade in estate quanto in inverno, siamo comunque riusciti a liberare i ballatoi e ad aprire dei varchi per le auto. In tutto questo ogni istituzione era completamente assente e nel contempo chi tentava di scappare dall’epicentro di Capitignano è a sua volta rimasto bloccato per strada con un metro e mezzo di neve. Nessuno spazzaneve nella Alta Valle Aterno è passato, siamo stati totalmente dimenticati nell’inferno di neve, ghiaccio, vento e terremoto. Intorno a me assistevo a scene di panico, pianto, urla e terrore, eravamo come topi in trappola e a nessuno gliene fregava niente. Come noi e anche peggio, c’erano altri cittadini abruzzesi nelle altre provincie coinvolte dalla neve e dal sisma, tra cui molti centri abitati che già da diversi giorni erano senza corrente elettrica in particolar modo sul versante teramano. Se fossimo ancora nel Medioevo potrei aspettarmi una risposta tipo che si è trattato di ‘un flagello di dio’, ma una simile risposta nel 21° secolo mi fa solo che incazzare. Non c’entra nulla il ‘flagello di dio’, qui l’unico flagello esistente che si è palesato è quanto i nostri amministratori comunali abruzzesiprovinciali e regionali siano inappropriatiinadeguatiinadempienti e incompetenti, quanto menefreghistifalsibugiardi e negligenti!!! Si assumano dunque le loro responsabilità e le Procure facciano il loro lavoro per far sì che questo accada.

La questione dell’hotel di Rigopiano è alla pari di tale considerazione, ossia: se avesse funzionato come doveva, la macchina del ‘piano neve’ per una perturbazione che si attendeva da una settimana, lì non ci sarebbero stati morti perché probabilmente le persone avrebbero potuto lasciare l’albergo in tempo prima che rovinasse la colossale valanga di neve e rocce sulle loro teste. Qualcuno deve pagare per queste vittime, per la mostruosità della paura avuta in tale situazione da parte di tutti gli altri e per i disagi immani che la inappropriatezza, la negligenza e la irresponsabilità degli amministratori locali ha generato nei cittadini abruzzesi”.

Carla Liberatore