E’ arrivata la prima condanna per reati di mafia legati alla ricostruzione post-sisma a L’Aquila: ad infliggere sette anni di reclusione è stato il Tribunale del capoluogo, che ha condannato per concorso esterno il faccendiere Francesco Ielo, ritenuto un intermediario della cosca Caridi-Borghetto-Zindato.
Significativo anche il fatto che la vicenda si riferisca non ad un appalto per la ricostruzione pubblica, ma ai contributi per quella privata.
La ‘ndrangheta, secondo la storica sentenza, ha trovato terreno fertile nella ricostruzione svolta senza gare e senza l’obbligo dei certificati antimafia del condominio Ciccozzi-Diamante.
Nella stessa sentenza è stato assolto con formula dubitativa l’imprenditore aquilano Stefano Biasini, non essendo state provato il suo coinvolgimento, ipotizzato dalle indagini svolte dalla DIA di Reggio Calabria.