Assolto con formula piena Giuseppe Galli, 51 anni, di Penne, ma residente all’Aquila, già addetto alla sicurezza nei locali, che 4 anni fa ebbe il merito di salvare una ragazza assiderata, e poco prima violentata, la quale era stata abbandonata nei pressi della discoteca Guernica di Pizzoli.
Si tratta del “caso Tuccia”, l’ex militare condannato a 7 anni e 8 mesi di carcere per avere violentato e lasciato a terra esanime la studentessa di Tivoli in una nottata gelida.
Un caso che ebbe risonanza nazionale: l’imputato e i suoi collaboratori della sicurezza ebbero il duplice merito (attestato negli atti) di salvare la giovane da sicura morte per assideramento e di bloccare il responsabile che stava scappando a bordo di una macchina.
Diversamente sarebbe stato molto più difficile incastrarlo visto che avrebbe avuto tempo e modo di cercare un alibi. Galli è poi finito sotto processo per lesioni in altra vicenda, ma ne è uscito a testa alta.
Secondo una denuncia presentata da un giovane di Albano Laziale, Galli, il 24 maggio del 2013, per riportare la calma all’interno di un locale aquilano dove era addetto alla sicurezza, avrebbe esagerato. Lo avrebbe colpito con calci e pugni e ginocchiate causandogli un trauma cranico facciale con ferite da percosse guaribili in una quindicina di giorni.
Nella denuncia presentata dal 22enne laziale si parla anche di minacce proferite dall’accusato dopo averlo picchiato. Nel corso del processo è apparso chiaro che Galli aveva soltanto immobilizzato il giovane che stava dando in escandescenze facendo bene il suo lavoro.
Due giorni fa, nel corso del giudizio, il pm onorario aveva chiesto la condanna a sei mesi di carcere, ma il giudice Giuseppe Romano Gargarella ha ritenuto vere la ragioni della difesa, rappresentata dall’avvocato Massimo Costantini, il quale, sulla scorta di alcune testimonianze, ha sostenuto la tesi per la quale l’accusato non era andato oltre i suoi doveri per riportare la calma. Di lì la sentenza assolutoria «perché il fatto non sussiste». Il denunciante non si è costituito nel processo, ma ora rischia la denuncia per calunnia.
di Giampiero Giancarli, Articolo da Il Centro