“Entro un mese”, probabilmente già prima di Natale, la Procura di Rieti procederà alle prime iscrizioni sul registro degli indagati per il terremoto del 24 agosto scorso.
“Le modalità di costruzione e di esecuzione degli immobili rappresentano una concausa della morte di 299 persone provocata dal sisma”, annuncia in un’intervista all’Agi il procuratore di Rieti Giuseppe Saieva.
Accumuli. La Torre civica
“Gli accertamenti avviati per disastro colposo e omicidio colposo ad Accumoli e riguardanti il crollo della Torre Civica, della caserma dei carabinieri e del campanile della Chiesa, schiantatosi su una casa dove sono morti padre, madre e due figli, sono ormai in dirittura d’arrivo: pensiamo di aver raccolto elementi per ipotizzare responsabilità costruttive ed esecutive”, spiega il magistrato.
Amatrice. Le palazzine dell’Ater, l’hotel Roma e la scuola
Più complesse sono le indagini che investono il Comune di Amatrice: “Stiamo approfondendo le ragioni del crollo di due palazzine dell’Ater (ex Iacp) dove sono decedute più di 20 persone: si tratta di costruzioni degli anni Settanta che oggi sarebbero sicuramente inadeguate – afferma Saieva – ma per l’epoca potevano andar bene. Abbiamo trovato colonnine in cemento di 15 centimetri e l’utilizzo di ferri lisci. Troppo poco. Ma tanto tempo fa si costruiva così. C’è poi parte della scuola Capranica venuta giù per fortuna senza aver fatto registrare vittime: in questo caso ci siamo imbattuti in problemi tecnico-contabili legati all’impiego dei fondi per il rifacimento di due ali separate della struttura che ospitavano la palestra e la mensa. C’è, infine, l’Hotel Roma che si è tutto sgretolato: qui abbiamo scoperto che c’era un contenzioso civile in corso con il vicinato per alcuni lavori che erano stati avviati”.
UNA MORTE ATROCE PER 299 PERSONE
L’enorme documentazione che abbiamo sequestrato nei mesi scorsi ci consentirà di capire dove e in che modo in tutto il territorio di nostra competenza sono stati effettuati interventi e ristrutturazioni e se tutto cio’ sia avvenuto per davvero o per finta. Gli interventi operati sugli immobili costituiscono una concausa del decesso delle 299 persone”.
Una “morte atroce – rivela il Procuratore – perché il 90% è deceduto per asfissia dovuta alla compressione toracica. Il resto ha perso la vita per traumatismo da crollo. Noi abbiamo disposto per tutte le vittime un esame esterno, il prelievo del dna e le foto. Mi risulta che altre Procure non abbiano neppure fatto eseguire l’esame esterno delle salme”.
Ben cinque magistrati sono al lavoro sul terremoto: “Io svolgo un’attività di raccordo e di coordinamento – continua Saieva – dal 24 agosto scorso abbiamo aperto ben 70 procedimenti penali, più o meno corrispondenti al numero degli edifici crollati. E’ chiaro che il cedimento di una casa isolata senza vittime ci interessa fino a un certo punto. Noi privilegiamo quei fascicoli dove ci sono morti e dove sono segnalati interventi di costruzione, di manutenzione e di restauro inadeguati”.
La scossa di ottobre e i nuovi crolli
I nuovi crolli legati alla violenta scossa di fine ottobre rischiano, però, in parte di compromettere alcune indagini: “Molti degli approfondimenti che avevamo in mente di fare – ammette il Procuratore – non saranno più portati avanti perché alcuni crolli definitivi di edifici hanno mescolato i materiali, impedendoci di vedere alcunché.
Insomma, adesso è diventato estremamente complicato proseguire una serie di accertamenti”. Come se non bastasse, gli inquirenti si sono dovuti occupare anche di alcuni episodi di sciacallaggio: “Fortunatamente sono stati pochi. Ma comunque i soggetti in questione sono stati arrestati e mandati sotto processo per direttissima perché autori di un gesto veramente brutto. Magari si sono limitati a portarsi via dalle case altrui forchette e vestiti, ma se avessero trovato altro lo avrebbero rubato”.
Tesoretti e cassaforti, i casi curiosi
Tra un’inchiesta e l’altra legata al sisma, poi, ci sono pure i casi curiosi: “Un giorno abbiamo scoperto l’esistenza di un tesoretto: tra un’intercapedine e il muro di un’abitazione crollata erano stati nascosti ori e preziosi per decine di migliaia di euro. Per non parlare di quel tizio che ha chiesto di recuperare una cassaforte dalla sua casa distrutta: è intervenuta la Finanza e lì sono stati trovati 250mila euro in contanti”.
Pool di pm al lavoro
Da pochi giorni il ‘pool’ di pm guidati da Saieva conta un rinforzo: “Si tratta di una collega, che era distaccata al ministero e che è stata fatta rientrare in ruolo in tutta fretta. E’ un magistrato distrettuale requirente applicato a tempo determinato al mio ufficio su disposizione della Procura generale di Roma: il Pg Giovanni Salvi si è subito attivato per consentirci di lavorare nelle migliori condizioni. Abbiamo avuto anche una collaborazione di tipo amministrativo in relazione ad alcuni adempimenti e ci è stato dato in tempi rapidi anche del materiale assolutamente necessario (dal toner alla carta, dallo scanner alle fotocopiatrici).
Sono segnali positivi, che ci fanno piacere”. Un altro motivo di soddisfazione sta nel contributo alle indagini offerto da tutte le parti in causa: “Dalla polizia giudiziaria che continua ad acquisire atti e documenti, al consulente tecnico che sta esaminando un determinato numero di immobili posti sotto sequestro, alla Protezione civile sempre presente in gran numero, a tutte le forze dell’ordine i cui organici sono stati appositamente incrementati proprio per darci una mano. Basta farsi un giro ad Amatrice e Accumoli per imbattersi, ad esempio, nella polizia locale di Milano, Prato, Pistoia”. Un elogio particolare – secondo Saieva – va “ai vigili del fuoco per l’opera infaticabile e al Comandante Provinciale di Rieti, l’ingegnere Maria Pannuti, per come ha saputo coordinare ogni cosa”.
Il delicato (e difficile) ruolo degli psicologi
Ma il magistrato non dimentica neppure il lavoro ‘oscuro’ degli psicologi “per l’assistenza prestata ogni giorno alla gente, ai sopravvissuti. Il terremoto crea una vera e propria patologia psicologica. Vai in giro e vedi solo facce smarrite di persone che sono sotto stress, che non pensano più a nulla, che non coltivano più progetti a media e lunga scadenza, che non hanno più aspettative perché hanno perso tutto, la casa, i parenti, il lavoro, gli amici. La paura del terremoto non ti abbandona mai: pure per noi magistrati non è una sensazione piacevole lavorare tra una scossa e l’altra.
Cerchiamo di non farci troppo caso. Diciamo che ci abbiamo fatto l’abitudine. E quando avvertiamo una scossa speriamo sempre che non sia quella ‘buona’. Io sono fatalista e non credo troppo alle statistiche: ho capito che il terremoto o quello che gli esperti chiamano ‘replica’ può arrivare fra un minuto, fra un giorno, fra un anno o fra 50 anni. Il timore che possa capitare qualcosa di importante è sicuramente incombente ma in qualche modo andiamo avanti”. C’è però un’immagine legata al terremoto che il Procuratore Saieva difficilmente riuscirà a rimuovere:
“E’ un qualcosa che, penso, mi accompagnerà per sempre e risale al pomeriggio del 24 agosto quando le prime cento salme vennero portate nel cortile dell’istituto alberghiero di Amatrice. Io ero lì, un po’ per coordinare le prime attività da fare e un po’ perché mi sembrava opportuno stare vicino alla gente del posto.
Ad un certo punto mi cadde l’occhio su un qualcosa…ha presente le caramelle incartate con le estremità attorcigliate? Due di quelle vittime erano bambini piccoli, avvolti in teli di fortuna, come fossero caramelle. Ecco, penso spesso a quello che ho visto quel giorno. Ricordo che fermai sulla porta il ministro Lorenzin, venuta in visita quel pomeriggio. Lei era mamma da poco tempo, le dissi soltanto che ‘era meglio non vedere'”.
Fonte: AGI