Sul suicidio del chirurgo d’eccellenza, Luana Ricca, con più di 1500 interventi e una formazione tra Roma e Parigi, verranno svolti ulteriori approfondimenti.
Infatti il Gip del Tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, ha accolto la richiesta degli avvocati (Piera Farina, Cristina e Carmelo Calì, questi ultimi due di Catania), nominati di fiducia dalla famiglia della brillante chirurgo 38enne, catanese, morta suicida il 29 dicembre dello scorso anno poiché, secondo i suoi familiari, il fratello Francesco in primis, oppressa da un sistema sanitario italiano che non le ha permesso di esercitare il suo talento.
Un aspetto che ha convinto il gip a disporre l’invio del fascicolo (per istigazione al suicidio, al momento contro ignoti) al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Antonietta Picardi (che ha chiesto l’archiviazione del caso), per l’avvio di approfondimenti.
Si va dalla audizione del primario del reparto Epatobiliare, Roberto Vicentini, del medico Mauro Di Marco dell’ospedale dell’Aquila, e del primario del reparto di Endoscopia dell’ospedale di Sulmona, Armando Capanna (con i quali la giovane chirurga aveva lavorato) passando all’analisi sui contenuti del computer e delle chiavette usb del medico, fino alla verifica sulla correttezza del concorso nel quale la giovane chirurga aveva partecipato.
Articolo da Il Mesggero –