L’Aquila, 14 novembre 2016 – Troppi misteri, troppe incongruenze e tante stranezze sul calcolo dei consumi delle piastre del Progetto Case.
È per questo che Giuliano Bruno, presidente del comitato “Assergi 2 Ade”, chiederà di accedere agli atti che hanno portato alla formulazione della nuova ondata di conguagli, riferiti al periodo tra aprile 2013 e dicembre 2014.
Le maxi bollette contengono richieste di pagamento che in alcuni casi arrivano anche a 2.700 euro, ma sono almeno 500 le famiglie che hanno firmato il ricorso collettivo, curato dall’avvocato Fausto Corti, per chiederne l’annullamento. Stavolta, nel mirino del comitato, sono finite le discrepanze, in alcuni casi davvero eclatanti, dei consumi elettrici.
«Innanzi tutto», afferma Bruno, «si rileva una abnorme differenza tra le piastre: ad esempio, secondo i dati in possesso del Comune, la piastra 16 di Bazzano avrebbe consumato zero euro, a fronte dei 25.256 della piastra 21 di Cese di Preturo. Quindi nel primo caso si presume che non si sia assolutamente mai accesa una luce degli spazi comuni, non si sia mai usato un ascensore e le caldaie non abbiano consumato mai energia elettrica per il funzionamento delle pompe».
L’elenco non finisce qui: nella piastra numero 21 di Cese di Preturo, infatti, un appartamento di 60 metri quadri si trova a pagare 50 euro al mese per l’illuminazione degli spazi comuni e l’energia elettrica necessaria al funzionamento di ascensori e caldaie. Ma il vero mistero è la differenza tra piastre identiche, che si trovano nello stesso insediamento.
«Un’altra stranezza», aggiunge Bruno, «si evince dal confronto tra il conguaglio del periodo da aprile 2010 a marzo 2013 (36 mesi), e il conguaglio relativo ad aprile 2013- dicembre 2014 (21 mesi). A Cese di Preturo la piastra 7 ha speso 4.057 euro in 36 mesi e 9.745 euro in 21 mesi; sempre a Cese di Preturo la piastra 21 ha speso 4.326 euro in 36 mesi e 35.256 in 21 mesi; a Coppito 3 la piastra 7 ha speso 5.711 euro in 36 mesi e 11.601 euro in 21 mesi.
Infine, risulta addirittura paradossale il confronto tra la piastra che ha il costo più basso e quella più onerosa nel periodo 1° aprile 2010 e 31 dicembre 2014 (57 mesi): ad Arischia (costruttore Iter), la piastra 1 ha speso 4.609,04 euro; a Cese di Preturo, invece, la piastra 13 (costruttore Meraviglia), ha speso 46.060,05 euro».
«È evidente», conclude, «che l’amministrazione non ha assolutamente controllato la congruità e l’esattezza delle bollette che ha ricevuto dal gestore, non ha fatto altro che girare i dati al Sed per elaborare le bollette senza nessun controllo, generando una palese iniquità tra piastra e piastra».