TERREMOTO, LE SCUOLE ITALIANE SONO SICURE? NON LO SAPPIAMO

scuola-amatrice_terremotoI dati sulla sicurezza sismica delle scuole presenti sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica sono parziali. Il ministero promette novità entro l’autunno

di Riccardo Saporiti – wired.it – 6 settembre 2016 – In Italia ci sono 2.937 edifici scolastici in zone a rischio sismico 1, quella più elevata. Ma quanti sono stati costruiti con criteri antisismici e quanti sono stati sottoposti ad una verifica di stabilità sismica? Una domanda di stretta attualità dopo il crollo, causato dal sisma dello scorso 24 agosto, dell’istituto di Amatrice. Ma la risposta, a quattro anni dall’inchiesta #scuolesicure con cui Wired le ha mappate e a un anno dal lancio dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, è che non lo sappiamo.

“I dati dell’anagrafe sono parziali e non aggiornati, quindi poco attendibili. C’era l’impegno a rendere visibili i dati delle certificazioni a gennaio 2016, ma non è stato rispettato”, spiega a Wired Adriana Bizzari, responsabile scuola di Cittadinanzaattiva, associazione che da 14 anni redige un rapporto dedicato a Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola. Ora, nella sezione open data di Scuola in chiaro, piattaforma voluta dal Miur per garantire trasparenza sullo stato delle scuole italiane, non si trovano dati aggregati.

L’unico modo per capire se i dati siano stati pubblicati e se ci siano le certificazioni antisismiche è quello di effettuare una ricerca istituto per istituto.

Contattato da Wired, il ministero ha replicato che le informazioni presenti nell’anagrafe sono aggiornate al 1° gennaio 2016 e ha fornito i dati relativi al numero di scuole suddivise per la zona sismica del comune in cui sorgono. La situazione è questa:

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Il risultato è che più di un terzo delle scuole italiane si trovano in zone a rischio sismico medio-alto. Se però siano sicure in caso di terremoto non è possibile saperlo, se non andando a spulciare le singole pagine relative agli oltre 42mila immobili scolastici italiani. Sempre ammesso che i dati siano stati pubblicati. Già, perché in alcuni casi non è così? “Le informazioni vengono caricate sull’anagrafe dagli enti locali proprietari degli edifici. Molti comuni potrebbero non conoscere i dati, perché competenze di uffici diversi, oppure non compilano adeguatamente i campi”, spiegano dalla struttura tecnica del Miur. Ministero che ha già stabilito di obbligare i comuni a fornire le informazioni relative alla sicurezza sismica degli edifici scolastici già dal prossimo aggiornamento dell’anagrafe previsto per quest’autunno.

Una modifica che porterà dagli attuali 150 a circa 500 i dati relativi a ogni istituto che dovranno essere forniti al ministero. E che, promettono sempre dal Miur, prevederà l’implementazione di una sezione open data dalla quale sarà possibile attingere anche alle informazioni sulla sicurezza sismica delle scuole e rispetto alla presenza di amianto sulle coperture degli edifici.

Nell’attesa, per avere un quadro seppur parziale della situazione è possibile affidarsi all’ultima edizione del rapporto Ecosistema scuola realizzato da Legambiente. Uno studio che prende però in considerazione esclusivamente i capoluoghi di provincia e nemmeno tutti: delle 107 realtà interessate, solo 96 hanno inviato al sodalizio ambientalista le informazioni richieste. E, tra queste, 14 non hanno fornito tutti i dati e sono pertanto rimasti esclusi dalla graduatoria.

Fatte queste premesse, lo studio afferma che delle 6.310 scuole censite, pari a un settimo del totale degli istituti presenti sul territorio nazionale, il 65% è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica. Appena l’8,7% degli edifici presi in considerazione, il dato è aggiornato al 2014, è stato costruito secondo criteri antisismici, mentre solo per un immobile su quattro è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica. In entrambi i casi i numeri sono in crescita rispetto all’anno precedente, ma l’obiettivo del 100% rimane lontano.

È pur vero che si sta lavorando per mettere in sicurezza le scuole italiane. Anche in questo caso, un dato preciso è difficile da ottenere. Intanto perché le fonti di finanziamento sono diverse: intanto ci sono gli investimenti dei singoli comuni, che in qualche caso hanno beneficiato dall’esclusione delle spese per l’edilizia scolastica dal computo di quelle conteggiate per verificare il rispetto del patto di stabilità interno, quindi ci sono quelli del Cipe, infine quelli ministeriali. Dal 2008 al 2013 il Fondo per interventi straordinari che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri ha erogato 126 milioni di euro, che hanno permesso di attivare 242 interventi per la messa in sicurezza sotto il profilo sismico di altrettanti edifici scolastici. A questi si aggiungono altri 37 milioni di euro stanziati nel dicembre dello scorso anno, che hanno permesso di finanziare altri 50 cantieri.

Certo, il lavoro da portare a termine è immane: secondo l’ultimo rapporto Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, realizzato da cittadinanza attiva censendo 101 edifici scolastici distribuiti in 13 regioni italiane, il 39% degli immobili ha uno stato di manutenzione definito mediocre o pessimo e una scuola su cinque presenta lesioni strutturali. Numeri che rendono ancora più urgente avere un quadro completo della situazione relativa alla sicurezza antisismica degli edifici scolastici. E che, promettono dal Miur, dovrebbe arrivare in autunno con la pubblicazione della nuova versione dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.

Riccardo Saporiti – wired.it