TERREMOTO: 3700 IMPRESE E 5000 POSTI DI LAVORO A RISCHIO, SERVONO MISURE URGENTI

1 settembre 2016 – Il terremoto colpisce anche il mondo del lavoro. Poco più di 3.700 imprese, 670 delle quali con sede ad Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, e oltre 5 mila addetti totali.

Queste le attività produttive, soprattutto di piccola dimensione e a carattere familiare, presenti nell’area colpita dal sisma secondo i dati del Registro delle imprese. Nelle imprese dei tre Comuni più colpiti – parte importante di quel territorio contiguo tra Alto Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, che costituisce la terra d’elezione della norcineria di qualità con una fiorente produzione di salumi e formaggi – lavoravano, tra imprenditori e dipendenti, 812 persone. Il comune a maggior densità imprenditoriale è proprio Amatrice: 417 le imprese registrate, 287 delle quali sono imprese individuali, e 458 gli addetti totali.
Predominanti per la realtà locale il settore agricolo (156 imprese), quello commerciale (80) e le attività di alloggio e ristorazione (38).

Consistente però anche la presenza di imprese delle costruzioni (61). Partendo da questo primo censimento, l’Unità di coordinamento delle Camere di commercio per il sostegno alle imprese colpite dal sisma ha messo a punto una serie di azioni dirette ad agevolare un rapido riavvio delle attività economiche a partire dalla sospensione del diritto annuale per le imprese danneggiate.
E’ stato inoltre stato messo a disposizione da InfoCamere un sistema telematico – già utilizzato con le imprese colpite dall’alluvione ligure – che consentirà la comunicazione, da parte degli imprenditori, dei danni subiti. Inoltre verrà costituito presso Unioncamere un “Fondo di solidarietà” alimentato dai contributi di tutte le Camere di commercio e che sarà diretto proprio ad agevolare la più rapida ripresa delle attività produttive.

I problemi riguardano anche stalle e animali. Sono quasi mille le aziende agricole delle campagne terremotate dove si sono verificati danni strutturali alle case, alle stalle e ai fabbricati rurali, ma anche perdite di mercato per la difficile collocazione del prodotto, costi aggiuntivi per la sistemazione degli animali sfollati con seimila pecore e mucche presenti nella zona ora anche colpita dal maltempo fino al crollo delle presenze negli agriturismi per la paura del sisma.

E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti. Moratoria dei debiti da parte degli istituti di credito, sospensione delle bollette e delle scadenze fiscali e tributarie, anticipo delle risorse dovute dall’Unione Europea – sottolinea la Coldiretti – sono le misure necessarie per lenire una situazione di grave difficoltà e creare i presupposti per interventi di carattere strutturale, riducendo al minimo la burocrazia. Secondo la Coldiretti “occorre procedere al più presto alle verifiche dei danni con sostegni per la ricostruzione e per la perdita dei redditi” e “un accertamento funzionale per attivare gli interventi nazionali e comunitari anche attraverso i piani di sviluppo rurale attuati dalle regioni”.

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