Il terremoto che ha scosso i territori dell’Appennino centrale ha rievocato, per l’immane numero di vittime, l’intensità dell’evento e gli accostamenti proposti da parte dell’informazione, il terremoto aquilano del 2009. Il parallelismo tra i due terremoti però non è affatto calzante e, a chi è di queste parti, è stato subito chiaro che criticità ed esigenze non sarebbero state identiche.
L’intera popolazione residente nei comuni colpiti ammonta a circa 5mila abitanti, gli sfollati ospitati nei campi allestiti dalla Protezione Civile ad oggi sono poco più di 2mila, a fronte di 3500 posti disponibili. Il territorio è impervio, la viabilità difficile anche in tempo di pace. Quasi la metà della popolazione coinvolta è distribuita in piccolissime frazioni, di cui molte con meno di 50 abitanti, arroccate anche oltre i 1000 metri di altitudine.
Durante i sopralluoghi che abbiamo fatto, e che continueremo a fare in questi giorni, abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi queste realtà: alcune sono rase al suolo, altre sono danneggiate con diversa intensità, alcune sono state totalmente abbandonate, in altre piccoli nuclei di abitanti hanno deciso di auto-organizzarsi. Qualcuno ha la propria casa in buono stato, usa il bagno o la cucina, ma ha paura di dormirci, e non riceve adeguata assistenza rispetto ai territori più colpiti. Qualcuno ha invece necessità di rimanere vicino al bestiame, qualcuno non vuole abbandonare il proprio paese.
E’ con loro che abbiamo preso i primi contatti. Consapevoli dell’importanza, per le popolazioni terremotate, di essere immediatamente parte attiva nel processo di ricostruzione, abbiamo stabilito come obiettivo principale quello di sostenere l’autogestione anche di piccolissimi gruppi, il confronto e la condivisione delle esperienze locali.
Per questo ci auguriamo che, diversamente da quanto avvenuto nel caso del terremoto dell’Aquila, anche nei campi istituzionali si sostenga il coinvolgimento diretto delle persone del luogo disponibili ad offrire aiuto, esperienza e competenza, che saranno preziosi anche nel momento della ricostruzione dei paesi.
Per il momento, abbiamo recapitato materiale vario a chi ce lo ha chiesto, territorio per territorio, frazione per frazione. Siamo in contatto anche con alcune istituzioni, per fare in modo di non sovrapporci e non lasciare zone scoperte.
In questa primissima fase a chi ci ha chiesto come aiutare rispondiamo che le richieste che riceviamo al momento dai territori colpiti cambiano di giorno in giorno e riusciamo a soddisfarle entro le 24 ore successive.
Per questo riteniamo utile per ora raccogliere donazioni in denaro con cui far fronte a tali necessità.
Per velocizzare la raccolta fondi abbiamo optato per utilizzare il conto già esistente dell’associazione “L’Aquila in Comune”: IBAN IT22Y0501803200000000141992, CAUSALE: “Terremoto Centro Italia” (per i pagamenti dall’estero BIC: CCRTIT2T84A).
3e32 / CaseMatte – Appello per L’Aquila – Asilo Occupato