25 agosto 2016 – Fino alle ore 8.00 del 25 agosto sono state localizzate più di 470 repliche.
85 gli eventi sismici localizzati di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0, 8 i terremoti localizzati di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 ed uno di magnitudo maggiore di 5.0, quello avvenuto nella zona di Norcia (PG) con magnitudo 5.4 alle 04:33.
I più forti terremoti di questa notte sono quelli avvenuti alle ore 01.22 italiane di magnitudo 3.8, alle ore 05.17 italiane di magnitudo 4.5 e alle ore 06.51 italiane di magnitudo 3.9.
a e Ora (UTC) | Magnitudo | Provincia/Zona | |
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2016-08-25 04:51:40 | 3.9 | Rieti | 13 |
2016-08-25 04:12:11 | 3.3 | Rieti | 10 |
2016-08-25 03:17:16 | 4.5 | Rieti | 10 |
2016-08-24 23:24:55 | 3.4 | Ascoli Piceno | 9 |
2016-08-24 23:22:05 | 3.8 | Rieti | 11 |
Il terremoto avvenuto il 24 agosto nella zona dell’Appennino centrale alle ore 3:36 (ora italiana) ha avuto epicentro in provincia di Rieti (vicino Accumoli) ed ha interessato anche le province di Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo. I comuni più vicini all’epicentro sono: Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto.
La magnitudo locale (Richter) del terremoto è pari a 6.0. La magnitudo momento Mw, calcolata con l’analisi delle forme d’onda della Rete Sismica Nazionale, è pari a 6.0.
Secondo i questionari arrivati fino a questo momento sul sito http://www.haisentitoilterremoto.it/, il terremoto di questa notte è stato risentito in gran parte dell’Italia centrale.
Il meccanismo focale indica il movimento di una faglia di tipo estensionale con piani orientati NNO-SSE, in coerenza con la distribuzione degli aftershocks e con il regime tettonico dell’Appennino.
L’area è stata colpita da forti scosse di terremoto nel passato. I principali terremoti storici sono avvenuti nel 1639 (Magnitudo 6.2), 1646 (Magnitudo 5.9) e nel 1703 (Magnitudo 6.9) (fonte: CPTI15).
La zona colpita dal terremoto rientra nella fascia ad altissima pericolosità sismica che corre lungo l’asse della catena appenninica.
Le profondità ipocentrali delle repliche sono modeste, quasi tutte entro i primi 10 km. I turnisti della sala sismica stanno localizzando i principali aftershocks della sequenza, concentrandosi al momento su quelli più forti. Alcune squadre di ricercatori e tecnici dell’Istituto sono sul terreno per installare reti temporanee di monitoraggio ad integrazione della rete permanente.