EREMI DI CELESTINO V IN ABRUZZO: SAN BARTOLOMEO IN LEGIO

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La terrazza che porta all’eremo

L’eremo di San Bartolomeo in Legio, posto a 600 metri sul livello del mare, è incastonato in uno sperone roccioso lungo circa 50 metri, grazie al quale si è conservato dal degrado del tempo.

Fu edificato, dopo il 1250, dall’eremita Pietro dal Morrone, futuro papa con il nome di Celestino V, sulle rovine di una precedente costruzione. Il Santo vi si stabilì insieme ad alcune seguaci intorno al 1274 e vi rimase per almeno due anni: la tradizione infatti narra che il frate, dopo essersi recato a Lione dal papa Gregorio X, per ottenere il riconoscimento della sua Congregazione dei celestini, durante la strada del ritorno si sia fermato proprio nell’eremo di San Bartolomeo.

COME ARRIVARE:  A24/A25 RM-PE uscita Alanno-Scafa/ proseguire in direzione Caramanico/ Roccamorice. Da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione Pescara uscita Alanno-Scafa/ proseguire in direzione Caramanico/ Roccamorice

Si può accedere all’eremo attraverso due sentieri: il primo, scendendo da Valle Giumentina. Il secondo, scendendo da Roccamorice, che è quello che abbiamo seguito in questa facile escursione.
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L’inizio del sentiero. Il cartello indica in 30′ il tempo necessario

ITINERARIO

Arrivati a Roccamorice seguire la segnaletica Fonte Tettone-Blockhaus. Dopo circa 4 km seuire la segnaletica per l’Eremo di Santo Spirito-Eremo di San Bartolomeo. Prendere quindi il bivio verso destra, seguendo la segnaletica Eremo di San Bartolomeo, e parcheggiare poco prima del ristorante Macchie di Coco.

Un cartello verso sinistra indica il sentiero da seguire (30′ le indicazioni sul tempo necessario), che attraversa dapprima un piccolo boschetto e scende quindi in maniera graduale. Proseguendo sempre dritti, e superando una zona di felci, si arriva al vallone.

Il sentiero è ben tracciato, e seguendo le indicazioni si arriva ad una breve e ripida scalinata rocciosa, attraverso la quale si entra nella terrazza prospiciente l’Eremo. Al termine della terrazza sorge l’edificio principale della costruzione, sempre aperto e visitabile.

L’eremo è costituito da una cappella e da due vani scavati nella roccia destinati agli eremiti.

L’accesso può avvenire tramite quattro differenti scale, scavate sempre nella roccia. Quella a nord è composta da 30 gradini, mentre quella a sud è più lunga ed irregolare.

La scalinata che porta alla terrazza dell'eremo

La scalinata che porta alla terrazza dell’eremo

 

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La terrazza che porta all’eremo

Ci sono poi due scale al centro della balconata, una delle quali detta Scala Santa. Lungo la balconata si trova una vasca per la raccolta dell’acqua piovana.

La facciata della chiesa presenta tracce di affreschi severamente danneggiati dalle intemperie e dalle iscrizioni che ne hanno graffiato la superficie. Il portale della chiesa è costituito da un semplice architrave in pietra.

L’interno della chiesa è rettangolare, con una lunghezza di 7.70 m ed una larghezza minima di 3 m ed una massima di 4 m. L’illuminazione è assicurata da una porta-finestra, mentre una seconda finestra è stata trasformata in una nicchia semicircolare.

La nicchia dell’altare ospita una statua lignea di San Bartolomeo raffigurato con un coltello, dato che subì il martirio dello scorticamento. La statua viene portata in processione dai fedeli il 25 agosto dopo essere scesi al torrente Capo la Vena per bagnarsi secondo un rituale molto antico, per poi portare l’effigie del santo nella chiesa del paese, dove rimane fino al 9 settembre.

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Attraverso le ripide scale che partono dalla terrazza è possibile scendere fino al torrente sottostante, caratterizzato da un grosso blocco di roccia che funge da ponte naturale. Se prima di questo si devia a destra si scende sul greto del torrente e, raggiunto il punto in cui le rive sono così vicine da poterle attraversare, si trova la sorgente di San Bartolomeo, detta Fonte Catenacce dall’incisione simile ad un catenaccio di porta. Sorgente cui sono attribuite proprietà miracolose.

Lungo il torrente è facile scorgere differenti specie di piccole rane tipiche della zona.

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