12 luglio 2016 – A livello globale (considerando sia la terraferma che gli oceani) il 2015 è stato l’anno più caldo dal 1880 ad oggi.
E in questo contesto non fa eccezione l’Italia: nel 2015 è stato infatti registrato il nuovo record della temperatura media annuale, sia pure appena al di sopra del precedente registrato nel 2014. Un clima, quello del nostro Paese, caratterizzato da piogge intense e concentrate in poche ore, ma anche dalla siccità, con nuovi record di temperatura registrati soprattutto sulle regioni settentrionali e sulle stazioni in quota dell’arco alpino.
A tracciare il quadro è l’XI rapporto Ispra “Gli indicatori del clima in Italia”. Secondo lo studio, le precipitazioni sono state mediamente inferiori alla norma quasi ovunque, ad eccezione della Sicilia, teatro di un numero significativo di eventi estremi, soprattutto nel mese di ottobre. Precipitazioni molto intense e concentrate in poche ore hanno interessato diverse regioni italiane, consolidando la percezione di una tendenza all’aumento della frequenza e della intensità di eventi estremi.
L’altra faccia della medaglia è la siccità, che nel 2015 ha interessato soprattutto gli ultimi mesi dell’anno, avviando un periodo caratterizzato da gravi condizioni di deficit idrico soprattutto sulle regioni settentrionali.
A livello globale, l’anomalia della temperatura media rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1961-1990 è stata di +1,23°C ed è la più alta della serie a partire dal 1961; dal 1986 l’anomalia termica media globale sulla terraferma è stata sempre positiva. Tutti gli anni successivi al 2000 ed il 1998 sono i più caldi dell’intera serie storica.
In Italia, il valore della temperatura media nel 2015 è stato il più elevato dell’intera serie dal 1961, appena superiore a quello del 2014. L’anomalia media annuale è stata di +1,58°C e va attribuita a tutte e quattro le stagioni, con l’anomalia più marcata in estate (+2,53°C). L’anomalia della temperatura media annuale del 2015 va attribuita leggermente di più alle temperature massime rispetto alle temperature minime.
Distinguendo tra macro-aree geografiche, l’anomalia della temperatura media annuale è stata in media di +2,07°C al Nord, +1,70 al Centro e +1,28°C al Sud e sulle Isole. Tutti i mesi del 2015 sono stati più caldi della norma, ad eccezione di settembre al Nord e febbraio al Sud e sulle Isole; al Centro le anomalie sono state positive in tutti i mesi del 2015. Ovunque il mese più caldo rispetto alla norma è stato luglio, con un’anomalia media di +4,31°C al Nord, +4,27°C al Centro e +2,88°C al Sud e sulle Isole. Il mese meno caldo rispetto alla norma è stato settembre al Nord (-0,11°C), febbraio al Centro (+0,36°C) e al Sud e sulle Isole (-0,55°C).
Anche gli indici degli estremi di temperatura caratterizzano il 2015 come uno degli anni più caldi dell’ultimo mezzo secolo. In particolare, il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20°C, ha registrato nel 2015 il secondo valore più alto dell’intera serie dal 1961 (dopo il 2003), con una anomalia di +26 notti rispetto al valore normale. L’indice rappresentativo delle onde di calore (warm spell duration index, Wsdi) colloca il 2015 al quarto posto della serie a partire dal 1961, con un’anomalia di +28 giorni nell’anno rispetto alla norma 1961-1990.
Tra gli altri indici, il 2015 ha fatto registrare il secondo valore più basso di “notti fredde” (dopo il record registrato nel 2014) e il secondo valore più alto di notti calde dell’intera serie.
Il 2015 si contraddistingue come l’anno più caldo dell’ultimo mezzo secolo anche per aver segnato il record della temperatura media annuale della temperatura superficiale dei mari che bagnano la nostra penisola: con un’anomalia media di +1.28°C, il 2015 si colloca infatti al primo posto dell’intera serie dal 1961, superando i precedenti record del 2014 e del 2012. Negli ultimi 20 anni l’anomalia media è stata sempre positiva.
Le precipitazioni cumulate annuali del 2015 in Italia sono state complessivamente inferiori alla media climatologica del 13% circa, ma con notevoli differenze geografiche: è al Nord e al Centro che il 2015 è stato nettamente meno piovoso della norma (rispettivamente -21% e -17%), mentre al Sud e sulle Isole siamo nella norma. Il carattere mediamente “secco” dell’anno è confermato dal dato dell’umidità relativa media annuale nazionale, che colloca il 2015 al terzo posto nella classifica degli anni più secchi a partire dal 1961.
Al Nord e al Centro le precipitazioni sono state inferiori alla norma soprattutto nei mesi luglio, novembre e dicembre. Nel mese di dicembre, in particolare, è stata registrata una quasi totale assenza di precipitazioni praticamente su tutto il territorio nazionale. Al Sud e sulle Isole il clima è stato più piovoso della norma da gennaio a marzo, a giugno e da agosto ad ottobre, con un record di anomalia positiva pari a +85% circa a febbraio.
Nell’intervallo 1951-2015 i valori medi delle precipitazioni cumulate annuali risultano in leggera diminuzione ma non risultano tendenze statisticamente significative. Come già nel 2014, anche nel 2015 la precipitazione massima giornaliera è stata registrata dalla stazione di Linguaglossa in Sicilia, in occasione dell’evento estremo del 1 ottobre: 365 mm. Segue la stazione di Fiorino in Liguria (302,8 mm il 16 giugno).
I valori più elevati del numero di giorni asciutti, cioè con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm, sono stati registrati a Libertinia in Sicilia (330 giorni), seguita da Ventimiglia e Capo Mele (Liguria) con 326 giorni. Il valore più basso è stato registrato dalla stazione di Passo Cereda (237 giorni) seguito da Alagna (242 giorni).
L’indice di siccità (numero massimo di giorni asciutti consecutivi) presenta nel 2015 valori distribuiti tra un minimo di 6 giorni per la stazione di Passo di Giovi (6 giorni) e un massimo per la stazione di Lampedusa con 135 giorni. (AdnKronos)