di Marcello Ianni, da Il Messaggero – L’AQUILA – “Sono stati di una brutalità inaudita, me l’hanno massacrato…”. Isabella Victoria Girardi, non si era sbagliata quando agli agenti della Squadra Mobile aveva raccontato “a caldo” del pestaggio subito dal marito, Carlo Cafaggi a scopo di rapina nella loro abitazione: ben 195 giorni, oltre 6 mesi secondo i medici del pronto soccorso, occorrevano per “ricucire” dalle lesioni e dai traumi il malcapitato dirigente.
Ora sulla rapina in stile “arancia meccanica”, il pm David Mancini sulla scorta delle indagini portate avanti dalla Squadra mobile (diretta da Maurilio Grasso) ha posto la parola fine, identificando nel presunto ideatore del “colpo”: il noto imprenditore edile aquilano, Walter D’Alessandro di 44 anni di Coppito, portato a termine con la complicità di tre giovani albanesi ed un romeno. I cinque sono accusati di rapina, sequestro di persona e lesioni.
Oltre a D’Alessandro (assistito dall’avvocato Ercole) sono implicati nel grave episodio delittuoso, Arian e David Gjni di 29 e 24 anni residenti a Teramo; Edmond Ginai di 35 anni, residente a Villa Vomano (Teramo) ed infine Valentin Druga di 35 anni residente a Penne (Pescara), tutti difesi dagli avvocati Valentini e Di Sabatino. Secondo l’accusa gli indagati, (tutti vestiti con tute da lavoro e con i volti travisati da passamontagna) sono accusati di essersi introdotti a settembre dei due anni fa nella villa del dirigente comunale, immersa nella campagna tra Sant’Elia, Pianola e Monticchio e di aver usato violenza per portare via un Rolex Daytona indossato dalla vittima, due Iphone 4 e 5; due bracciali (uno in oro bianco con diamanti, l’altro in oro giallo). Una rapina “condita” dal pestaggio del dirigente comunale con calci e pugni, prima di essere legato e imbavagliato con un nastro adesivo insieme alla moglie e ai figli. [continua a leggere su Il Messaggero] |