L’Aquila, 5 aprile 2016 – A sette anni dal sisma che devasto ‘L’Aquila e il suo circondario, alle 3 e 32 del sei aprile 2009, sono 8.351 gli assistiti – coloro che hanno ancora le loro abitazioni inagibili – sistemati tra i Progetti C.a.s.e (complessi anitisismici ecocompatibili nati a pochi mesi dal terremoto sotto il governo Berlusconi) delle 19 new town e i Map (moduli abitativi provvisori). In particolare i contratti attivi per le Case sono 3.702, quelli dei Map 965.
Ad oggi le case libere sono 264, 45 i Map e in entrambi i casi sono in atto lavori di riattamento. I dati si riferiscono allo scorso marzo. Si contano, poi, 1.406 nuclei familiari entrati nel progetto Case secondo altri requisiti stabiliti da bandi pubblici emanati nell’ultimo anno e mezzo: categorie con “fragilita’ sociale”, giovani coppie, nuclei monoparentali, studenti, societa’ sportive e associazioni sociali o di volontariato. Quindi un 70% di persone con case inagibili e un 30% riferito a categorie che rispecchiano le politiche abitative messe in campo dal Comune dell’Aquila.
Dal 31 marzo 2015 non ci sono altre forme assistenziali tipo fondi immobiliari, autonoma sistemazione e affitti concordati. Una decina di giorni fa l’ufficio dell’assistenza alla popolazione ha raggiunto il traguardo del recupero di circa 2 milioni di euro di contributi non dovuti per l’autonoma sistemazione (Cas). Si tratta di persone alle quali per dolo o in buona fede il Cas non spettava.
Il rientro della cospicua somma e’ stato possibile riesaminando ogni posizione dal maggio 2009. “Nonostante i numerosi problemi evidenziatisi in questi anni nella gestione di Case e Map – commenta l’assessore Fabio Pelini – l’assistenza alla popolazione ha garantito ai cittadini aquilani un punto di riferimento importante in tutte le fasi calde del post sisma agli sfollati ma ha anche messo in campo strumenti normativi per rispondere alle molteplici esigenze abitative emerse in citta’ nell’acuirsi della crisi economica. Oggi – ha aggiunto l’assessore all’assistenza alla popolazione – la fase piu’ drammatica ce la lasciamo alle spalle e il prossimo obiettivo e’ quello di razionalizzare l’utilizzo di questo immenso patrimonio immobiliare conservando gli alloggi ben fatti e smantellando quelli che hanno evidenziato problemi strutturali”.
A sette anni dal sisma, infine, ci sono ancora 17 Musp (moduli ad uso scolastico provvisorio) che ospitano circa 6 mila alunni.