L’Aquila, 21 aprile 2015 – Dopo il 6 aprile del 2009, in tanti luoghi e in tanti momenti gli aquilani sono andati alla ricerca di una socialità perduta, di una normalità post terremoto. |
Così la riapertura di una via, il restauro di un palazzo, la chiusura dell’ultima tendopoli, l’inaugurazione di un luogo provvisorio sono state tutte occasioni molto attese dalla popolazione per gridare soprattutto a se stessi: “Ecco, torna la normalità dopo il terremoto!”.
In realtà la ricerca e il sogno di normalità non sono ancora pienamente realizzati ma, come un fulmine a ciel sereno, ci sono momenti in cui la speranza rivive, l’entusiasmo si accende, nel segno di una nuova rinascita.
Per questo motivo la prossima riapertura della restaurata Basilica di San Bernardino sarà un evento con la E maiuscola e sarà davvero importante per la sua storia, per la presenza giubilare dei francescani minori in città: un restauro che testimonia la grandezza del lavoro svolto perché la Basilica è un luogo simbolico e rappresentativo dell’intera comunità aquilana, è il luogo dove gli aquilani si sposano, si ritrovano con le loro famiglie: un luogo, appunto, di socialità e di normalità.
Sei anni dopo il sisma la Basilica di S.Bernardino da Siena, cuore della città, torna a risplendere di una bellezza nuova ed arricchita. Il 2 maggio, infatti, riaprirà al pubblico e il corpo di San Bernardino tornerà nella sua casa con una solenne processione che partirà dalla chiesa temporanea di S. Bernardino a piazza d’Armi.
Il lungo restauro, appaltato dal Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per Abruzzo, Lazio e Sardegna, nella persona dell’arch. Maurizio D’Antonio, ha interessato, in un primo momento, la cupola che ha subito gravissime lesioni attraverso un gigantesco ponteggio che l’ha interamente circondata e consolidata; poi si è proceduti alla riparazione di tutto il resto del corpo della Basilica.
In particolare la torre campanaria, anch’essa in parte crollata, è stata ristrutturata con una serie di consolidamenti conservativi sia da un punto di vista strutturale che da un punto di vista dell’apparato murario. È stato eseguito, in questo caso, un minuzioso lavoro di monitoraggio e catalogazione a terra per il recupero di tutte le pietre cadute dopo il crollo che sono state poi riutilizzate per la ricostruzione della torre e della cella campanaria. Come spiega l’ing. Vito Ciano, direttore tecnico del cantiere, “il ripristino delle pareti demolite è stato realizzato con pietra locale ed i rinforzi sono stati eseguiti con una serie di inghisaggi e con tiranti in acciaio inox che garantiscono una maggiore sicurezza per il futuro”. È stato, inoltre, rinforzato e restaurato anche il soffitto ligneo, finalmente tornato al suo celeste originale che mette in risalto le decorazioni in oro e le tele raffiguranti scene di vita di San Bernardino e altri santi francescani.
Non è stata naturalmente trascurata l’illuminazione del meraviglioso edificio: il nuovo impianto, sia interno che esterno, realizzato attraverso il posizionamento strategico delle luci, valorizza le architetture settecentesche della Basilica che rimarrà illuminata anche di notte. Restano attualmente da completare solo i restauri delle cappelle laterali e radiali, ma la chiesa rimane comunque agibile e utilizzabile per le celebrazioni liturgiche che ripartiranno regolarmente domenica 3 maggio, inizialmente con la celebrazione di tre messe, due nella mattinata e una vespertina.
La Basilica sarà aperta dalle 7.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30.